lunedì 25 novembre 2013

Quel quarterback preso al draft

I New York Jets perdono 19-3 contro i Baltimore Ravens dopo l'ennesima prova opaca del proprio quarterback. Il rookie Geno Smith commette altri tre turnovers, portando il suo totale stagionale a 23 e completa soltanto 9 su 22 passes per 127 yards. Dopo il match, l'head coach Rex Ryan ha rifiutato di confermare che Smith resterà lo starter nella prossima partita. Questo non vuol dire che Smith verrà messo sulla sideline. Ma certamente il supporto che il rookie ha al momento fra coaching staff e compagni è ai minimi storici, dopo il solo touchdown pass prodotto, a fronte di 10 INTs, negli ultimi 6 games. I Jets, a 5-6, sono ancora in corsa per la post-season ma hanno dimostrato di voler costruire una offense non basandosi più soltanto sulle qualità di Smith. Contro Baltimore, l'offensive coordinator Marty Mornhinweg ha cercato di muovere il pallone senza un quarterback. Nel primo quarto c'è stato un ricorso massiccio alla Wildcat. I Jets hanno utilizzato la Wildcat in 4 dei primi 11 snaps, compreso un completo di Josh Cribbs da 13-yard allo stesso Smith ed hanno corso un totale di 8 Wildcat plays, dimostrando la volontà di voler ridurre al minimo l'utilizzo di Smith, per paura dei suoi errori. La offense ha prodotto soltanto un touchdown negli ultimi 31 drives com Smith come quarterback. Il problema è che non ci sono alternative. Il backup di Smith è l'inesperto Matt Simms. Affidarsi a Simms potrebbe essere un rischio e Ryan non sta guidando un team partito con l'idea di passare un anno di ricostruzione ma sta giocando per i playoffs e per il proprio futuro. Fatto è che i Jets hanno prodotto soltanto 199 total yards con la offense e sono stati 1-12 in situazioni da terzo down. Smith ha completato, nei primi 54 minuti di partita, soltanto quattro passes per 42 yards. Ha aggiunto altri 2 INTs al suo totale di 18 ed il suo passer rating è stato di 14.7, appena una settimana dopo il minimo di 10.1.  Molti fans vorrebbero Simms ma questo significherebbe anche ammettere di aver sbagliato nello scegliere Smith al draft.

domenica 17 novembre 2013

Comunque vada...

A poche ore dal match contro i Buffalo Bills, indipendentmente da come finirà, Rex Ryan ha reso i New York Jets un team ancora rilevante. I Jets sono infatti playoff contender. Tutto questo, con un rookie quarterback e dopo aver battuto New England Patriots, Atlanta Falcons e New Orleans Saints fra gli altri. Chi avrebbe immaginato un risultato simile dopo la soap opera Tim Tebow e dopo la decisione di Ryan di far giocare il quarterback Mark Sanchez dietro gli offensive linemen di riserva, in un preseason game di nessuna importanza, con il risultato di vedere il proprio starting quarterback infortunato per la stagione? Anche così, con un rookie sotto il centro, i Jets sono 5-4, prima di affrontare una Buffalo a 3-7.L'owner Woody Johnson ed il general manager John Idzik potrebbero quindi pensare all'impensabile...dare un prolungamento di contratto a Ryan. L'head coach, vicino al licenziamento soltanto alcuni mesi fa, è giovane, conosce bene come allenare una defense ed avrà a disposizione una valida defensive line che potrebbe costituire l'ossatura dei Jets per le prossime stagioni. E' abbastanza per prolungare un contratto in scadenza nel 2014? Calma. Anche se alcuni analisti spingono in questa direzione, la stagione deve ancora finire. Riusciranno i Jets a centrare i playoffs? Come valutare la stagione del quarterback Geno Smith, cresciuto sotto la guida dell'offensive coordinator Marty Mornhinweg, ma ancora passibile di errori tipici da rookie? Sicuramente New York è in corsa per una AFC wild card ed ha una seconda parte di stagione che prevede soltanto una sfida con un team -- i Carolina Panthers -- con attualmente un record vincente. Ma è ancora presto per valutare Ryan. Comunque vada, il solo fatto che l'head coach abbia fatto balenare a Johnson e a i media di New York la possibilità di un prolungamento, per come era iniziata la stagione, può essere considerato già un successo.

martedì 5 novembre 2013

Aaron Rodgers fuori per probabili tre settimane

Aaron Rodgers potrebbe restar fuori tre settimane dopo gli iniziali tests seguenti l'infortunio che ha costretto il quarterback dei Green Bay Packers a lasciare il campo durante l'ultimo Monday night, perso 27-20 contro i Chicago Bears. Green Bay (5-3) è ora stata raggiunta da Chicago e dai Detroit Lions al top della NFC North. L'infortunio di Rodgers si aggiunge agli altrettanto pesanti problemi fisici occorsi in stagione al Pro Bowl linebacker Clay Matthews, al wide receiver Randall Cobb ed al tight end Jermichael Finley. Riuscirà Green Bay a sopravvivere senza Rodgers? Difficile dirlo. I Packers dovrebbero prendere spunto dai Pittsburgh Steelers del 1976 e dai New York Giants del 1990, entrambe le squadre senza il loro starting quarterback per lunghi periodi della stagione ma antrambe abili a raggiungere il Super Bowl. Ora, il backup quarterback Seneca Wallace, che non ha vinto un game come starter dal 3 ottobre del 2010, quando portò i Cleveland Browns ad imporsi contro i Cincinnati Bengals, ha dimostrato di essere arrugginito, finendo il game con un 11-19 per 114 yards, con 1 INT e 0 touchdowns. Ma il suo record di 6-15 come starter è stato fatto alla guida di team certamente peggiori dei pur problematici Packers del 2013. Senza Rodgers, i Packers possono infatti ancora contare su un un running game che vede Eddy Lacy come uno dei migliori corridori della NFL da quando è tornato nello Week 5 dopo la commozione cerebrale che lo aveva tenuto fuori fino ad allora. Certamente la offense potrebbe diventare più prevedibile con Wallace, dato che le defense avversarie daranno meno credito all'ex Browns, nel caso in cui questi venisse confermato come quarterback. Inoltre, i prossimi tre avversari dei Packers, cioè Philadelphia Eagles, New York Giants e Minnesota Vikings, non sono così malleabili come invece il loro record totale di 7-18 potrebbe far credere. A parte i Vikings, infatti, sia Eagles che Giants sembrano in crescita. La buona notizia per Green Bay è che due di questi tre games saranno giocati al Lambeau Field.

domenica 3 novembre 2013

Chip Kelly, Pat Shurmur e la offense degli Eagles...

La stagione 2013 era cominciata bene per la offense dei Philadelphia Eagles, il secondo team nella storia NFL a raggiungere 1,000 o più passing yards e 750 o più rushing yards nei primi quattro games della stagione. Ma da quel punto in poi, la offense di Chip Kelly, che doveva 'spaccare' la NFL, ha avuto diversi problemi. Gli Eagles hanno avuto 25 possessi offensivi negli ultimi due games, contro Dallas e New York Giants. Il risultato? Gli Eagles non sono riusciti a segnare neanche un offensive touchdown ed hanno prodotto una media di meno di 4 yards per offensive play in entrambi i games. Di chi la colpa, dei coaches o dei giocatori? La risposta sta nel mezzo. L'infortunio a Michael Vick ha privato Kelly del miglior quarterback a roster per correre il proprio sistema. Tuttavia, l'offensive coordinator Pat Shurmur ha dichiarato che i problemi della offense non sono imputabili alla sola assenza di Vick. Certamente il running back LeSean McCoy è riuscito a correre 116 yards contro Tampa con Nick Foles come quarterback. Ma era contro Tampa...contro i Giants, ad esempio, McCoy ha messo insieme soltanto 48 yards in 15 portate. In quattro degli ultimi cinque games, McCoy ha prodotto meno di 80 rushing yards. Questo running game non aiuta il passing game. La linea dovrebbe bloccare meglio. Dopo otto partite, gli Eagles sono 3-5 e, nelle ultime due sconfitte, la offense ha prodotto una media di 239 total yards e 5.0 points per game, a confronto con le 449.8 yards e 27.7 punti di media segnati nelle prime sei weeks della stagione. Tutti e tre i quarterbacks a roster, Vick, Foles ed il rookie Matt Barkley, si sono alternati sotto il centro e questo ha prodotto instabilità. Ma secondo la stampa americana, anche Kelly ha commesso alcuni errori. Lanciare ripetutamente in situazioni di goal-to-go o sprecare timeouts quando non necessario o non aggiustare il game plan  a metà partita sono alcune fra le leggerezze commesse da Kelly. Contro Dallas, Kelly ha optato per un field goal da 60-yard mentre, nell'ultima partita contro i Giants, ha scelto di giocare un quarto-e-10 con Barkley come quarterback invece di provare un calcio da 50-yard. Tutti questi problemi nella offense sono colpa degli infortuni a quarterback e delle sbagliate esecuzioni dei plays da parte dei giocatori oppure Kelly non ha ancora capito che non ha a disposizione un quarterback e dei giocatori per correre la sua offense nella NFL? Addossare la colpa a Kelly è sin troppo facile. Certamente, come ricordato, Kelly ha commesso delle leggerezze. Ma è sempre un rookie head coach. Se non ci fossero stati gli infortuni a Vick, la offense avrebbe avuto quella continuità che è mancata. Kelly ha ereditato una situazione, a livello di personale, lontana dal suo ideale sistema. La sua up-tempo, hurry-up offense non è interamente sostenibile dal 53-man roster degli Eagles.Se non si vuole gridare al prossimo Bo Pelini o Steve Spurrier, bisogna mettere Kelly nelle condizioni migliori per correre la sua offense, che è anche il motivo per il quale è stato ingaggiato. Kelly non sembra un coach alla Don Shula, capace di alterare il proprio game plan in base al talento a disposizione nel roster, ma il sistema di Kelly può ancora funzionare a livello pro, con un roster adatto. La offense mostrata dagli Eagles negli ultimi due games ha purtroppo visto Foles come largamente responsabile della scarsa produzione. La stagione non è ancora finita e le somme non possono essere già tirate a questo punto. E certamente Kelly ha diritto ad almeno un altro paio di stagioni, nelle quali aggiustare il roster, prima che un giudizio sulla sua esperienza in NFL possa essere tracciato.