sabato 31 dicembre 2011

The Family

Interessante articolo del NY Times su Jordan Rodgers, il redshirt junior quarterback che guiderà Vanderbilt (6-6) contro Cincinnati (9-3) nel Liberty Bowl. Jordan, trasferito da un junior college, è il fratello minore del quarterback dei Packers, Aaron Rodgers. Entrambi prodotti della Pleasant Valley High School di Chico, Calif., entrambi ignorati dai reclutatori dei maggiori programmi. Vedremo se Jordan riuscirà ad affermarsi nella NFL. I Rodgers non sarebbero i primi quarterback fratelli a giocare nella NFL. I nomi di Peyton e Eli Manning sono i più conosciuti ma non i soli. Un altro Jordan, Palmer, è stato un backup del fratello Carson con i Bengals. Entrambi provenienti da Southern California, non hanno mostrato le stesse qualità, con Carson che dei due è sicuramente il migliore. Altri due fratelli che si sono ritrovati nello stesso roster sono stati, nel 1997, Koy e Ty Detmer, con Philadelphia. Ty, un backup di Michael Vick ad Atlanta, è stato anche con i Packers, 49ers, Browns e Lions. Uno pensa che la lista di fratelli - quarterback sia corta e invece a guardarla bene è abbastanza lunga. I Detmer sono stati i primi fratelli a partire entrambi come starter in games NFL, ma i fratelli Huard sono stati i primi a farlo nella stessa domenica. Fu nel 2000, quando Damon Huard giocò con i Dolphins contro i Colts mentre Brock Huard scese in campo con i Seahawks contro i Broncos. L'ultimo starter della edizione 2011 dei Bears, Josh McCown e suo fratello Luke, sono arrivati alla NFL da due college diversi: Josh giocando a Sam Houston State e Luke a Louisiana Tech. Dopo una carriera così così è ora un ottimo analista della ESPN Tim Hasselbeck, fratello del quarterback dei Titans, Matt. A Texas, cerca di seguire le orme del fratello Colt e dei vari  Major Applewhite, Chris Simms e Vince Young il più giovane dei fratelli McCoy attualmente impiegati nel football, Case. Per Colt ed il padre anche un libro: GROWING UP COLT: A Father, A Son, A Life in Football (Barbour Publishing, July 2011). I prossimi in lancio oltre ai Rodgers ed ai McCoy? I Gabbert, con Tyler Gabbert, fratello di Blaine, che questa stagione ha deciso di lasciare Missouri dopo che era diventato chiaro come i Tigers avessero puntato su  James Franklin come starter.

lunedì 26 dicembre 2011

Troppo alto!

La Battaglia di New York ha visto un chiaro vincitore, l'head coach dei Giants, Tom Coughlin e due sconfitti. Il primo, facile a dirsi, è l'head coach dei Jets, Rex Ryan. Il secondo, invece, è il suo offensive coordinator, Brian Schottenheimer. Come fa notare il New York Post,
Brian Schottenheimer potrebbe giocare per il proprio lavoro il prossimo week. I Jets sono, dopo la disfatta contro i Giants, 27° nella NFL in total offense. Quello che ha lasciato sbalorditi critici e fans domenica scorsa è stato il playcalling utilizzato da Schotty2: i Jets hanno provato a lanciare la palla 68 volte, a fronte di appena 25 corse. Il risultato di questi tentativi di lancio è stato disarmante:  il quarterback Mark Sanchez è stato 30 su 59, per 258 yards, con 1 Td e 2 INTs, 5 sacks e 4 scrambles. Tutto questo con un quarterback come appunto Sanchez, che ha diffficoltà sui lanci downfield: prima della partita contro i Giants, Sanchez aveva completato appena il 25.6 percento di passes da più di 20 yards, con anche 4 INTs. Quel che più ha alsciato interdetti, però, è la progressione nella lettura dei receivers da parte del quarterback dei Jets. Molte volte Sanchez ha preferito lanci difficili, anche sotto doppia copertura, ad altri più facili, che però erano a corto yardaggio. Questo dipende da una sua scelta? O è l'offensive coordinator che ha dato al quarterback questo tipo di letture, cioè di privilegiare come opzioni primarie i receivers che permetterebbero un guadagno maggiore rispetto agli altri? Fatto sta che Sanchez ha mancato diversi receivers aperti, preferendo lanci più rischiosi. Il contratto di Schottenheimer dura fino al 2013, ma se i Jets perderanno i playoffs, l'offensive coordiantor potrebbe rischiare il posto. La offense dei Jets era già stata criticata ad inizio stagione per la tendenza a lanciare troppo, mentre Sanchez ha bisogno di un buon running game di supporto. Dopo un periodo di buoni risultati tornando alle corse, Schottenheimer è di nuovo ritornato a far lanciare troppo il proprio quarterback, con i risultati che sappiamo.

venerdì 23 dicembre 2011

NCAA Roundup


Pitt riparte da Paul Chryst, dopo l'abbandono da parte di Todd Graham, partito a sorpresa per ASU. Chryst era da tempo considerato un potenziale head coach ed avrà ora la sua chance a Pittsburgh. Ogni programma alla ricerca di un buon offensive coordinator aveva in lista Chryst, in grado di trasformare la offense di Wisconsin in una delle più produttive della nazione nelle ultime 6 stagioni. Le ultime tre versioni offensive dei Badgers hanno prodotto una media di 39.3 punti  per game ed in questa stagione, con l'innesto del quarterback Russell Wilson,  Wisconsin è esplosa, producendo quasi 45 punti  per game. Con i Panthers, Chryst dovrà fare un lavoro di ricostruzione. La posizione di quarterback ha dato problemi nel 2011, anche se non tutto è colpa di Tino Sunseri. Chryst dovrà adattare la offense al proprio quarterback, cosa non accaduta in questa stagione, dove si è partiti dalla spread. Non dovrebbe essere difficile, anche perché la offense di Chryst non è una vera spread, ma è basata su un forte running game, sempre apprezzato a tutti i livelli nella  Steel City. Inoltre, proprio con Wilson a Wisconsin, Chryst ha dimostrato di poter cambiare il proprio playbook per adattarlo alle qualità dei giocatori disponibili. Il running back Ray Graham ha le potenzialità per avcere successo, sempre che Chryst sia in grado di  migliorare la offensive line. A  Kansas, il nuovo head coach Charlie Weis ha ora due quarterbacks di alto profilo, dopo che l'ex Notre Dame
Dayne Crist e l'ex BYU Jake Heaps hanno annunciato il proprio trasferimento nel Kansas. Tutto questo aumenterà la competizione a quarterback, dove la scorsa stagione Kansas ha avuto problemi con il sophomore Jordan Webb, appena il 63 percento di completi per 13 touchdowns e 12 INTs. Due nuovi coaches in pista, con l'ex assistant head coach e special teams coordinator dei Cougars Tony Levine promosso al ruolo di nuovo allenatore di Houston e con l'ex head coach di New Mexico, Mike Locksley,  nuovo offensive coordinator a Maryland. Infine, la decisione più importante delle ultime ore, quella del quarterback di USC, Matt Barkley, che ha deciso di restate per la sua stagione da senior.

martedì 20 dicembre 2011

Dalla UFL

Jaguars, Dolphins e Chiefs avranno nella prossima stagione un nuovo head coach rispetto a quello con il quale hanno iniziato la stagione. Per Dolphins e Chiefs la possibilità che l'attuale interim head coach, Tom Bowles e Romeo Crennel, diventi la soluzione a medio-lungo termine. Ma anche altri teams sono a rischio cambio: da Philadelphia ai New York Giants, da Arizona fino a St. Louis, San Diego e Tampa Bay. Chi al loro posto? I media sono pieni dei soliti nomi: si va da coaches di esperienza come Brian Billick, Jeff Fisher o Bill Cowher fino a coordinators in rampa di lancio da qualche stagione, come Rob Ryan (Dallas), Cam Cameron (Baltimore) o Kevin Gilbride (New York Giants) passando per chi è alla ricerca di una seconda chance come head coach, (Mike Martz, Bears, Wade Phillips, Houston, o Mike Mularkey, Atlanta). Ma la stagione in corso sta mettendo in evidenza una tendenza, quella di buoni coaches provenienti dalla UFL che sono  riusciti a farsi spazio nella NFL. Gli offensive coordinators Chris Palmer a Tennessee e Jay Gruden a Cincinnati stanno producendo buoni risultati. Gruden addirittura, nonostante una sola stagione di esperienza a livello NFL, è candidato da alcuni media per fare a breve il salto a head coach. Allora, quali altri coaches della UFL potrebbero aspirare a trovare un posto come assistant coach nella NFL? Alcuni nomi potrebbero essere quelli di qualche cavallo di ritorno, come Mike Kruczek, offensive coordinator/quarterbacks coach dei Sacramento Mountains Lions e di Turk Schonert, stessa posizione con i Las Vegas Locomotives. Kruczek ha esperienze come quarterbacks coach e offensive coordinator con Arizona, mentre Schonert è stato quarterbacks coach di Giants, Bucs, Panthers, Bills, Saints e offensive coordiantor a Buffalo. Per quanto riguarda nomi nuovi, ci sarebbe Robert Hunt, assistant offensive line /offensive quality control coach a Omaha, un'esperienza anche nella CFL e di Tim Rattay, ex quarterbacks, fra le altre, dei 49ers, wide receiver/quarterbacks coach  a Las Vegas. Sull'altro lato della linea di scrimmage, Martyn Bailess, defensive coordinator/special teams coordinator dei Mountain Lions, è giovane ma ha già una esperienza come assistant coach con i Texans. Esperto invece Kurt Schotteneimer, special teams coordinator a Virginia e fratello di Marty Schotteneimer, con esperienze varie nella NFL.

lunedì 19 dicembre 2011

Mission accomplished!

Che Rex Grossman non sia una superstar, è ovvio. Ma dopo la vittoria sui New York Giants, quello che è sicuro è che Grossman è la miglior opzione disponibile per la offense dei Redskins in questo momento. Come sottolineato dai media americani, con Grossman come quarterback i Redskins sono un team 5-6, ancora accettabile tutto sommato. Contro i Giants, Grossman è stato 15 su 24 per 185 yards, un touchdown e 2 INTs per un passer rating di 65.5. Poco? Certamente, ma dopo i 2 INTs lanciati nei primi 7 passes del game, Grossman è stato 11 su 17 per 151 yards ed un touchdown, con un passer rating a 112.6. Per tutta la carriera Grossman è stato al centro di critiche e polemiche sulla sua abilità di guidare una offense NFL, anche nella stagione 2007, quando riuscì a portare i Bears a giocare il Super Bowl. Anche ora molti fans e media speculano sulla possibilità che resti o meno nel 2012 con i Redskins. Indipendentemente da quello che l'head coach Mike Shanahan deciderà di fare con lui, Grossman ha almeno dimostrato di saper resistere alle critiche e di riuscire a fare il proprio lavoro, che è quello non di vincere le partite ma di gestire la offense, magari con un buon running game di supporto.

venerdì 16 dicembre 2011

L'esperienza

Fra licenziamenti ed head coach a rischio, quasi un terzo delle sideline NFL potrebbero veder cambiare il proprio allenatore nella prossima stagione.  Oltre a Jaguars, Dolphins e Chiefs, anche Colts, Chargers, Giants, Eagles, Vikings, Buccaneers e Rams sono a rischio. Comincia il solito giro di orizzonti di fans e media sui possibili prossimi head coaches per ogni franchigia. Per le franchigie che decidessero di affidarsi ad head coaches esperti, cioè ad allenatori con già una precedente esperienza come head coach nella NFL, i nomi che girano includono Bill Cowher, Jon Gruden e Jeff Fisher, fino ad arrivare agli in apparenza più lontani nomi di Tony Dungy Dennis Green o Marty Schottenheimer. Senza dimenticare improbabili sorprese, come i ritorni nel 2012 come head coaches di Eric Mangini, Steve Mariucci o Herm Edwards, un nome che è circolato di recente e che potrebbe avere un senso è quello di Brian Billick. L'ex coach dei Ravens è stato accostato ai Dolphins, in verità anche per una sua dichiarazione nella quale si dice pronto a valutare una eventuale offerta dalla Florida. Billick è 80-64 con 4 partecipazioni ai playoff in 9 stagioni come head coach dei Ravens (1999-2007) con i quali ha anche vinto il Super Bowl XXXV contro i Giants. Licenziato dopo un 5-11 nel 2007, nonostante il lungo periodo di assenza, cosa che rappresenta l'ostacolo maggiore ad un suo ingaggio, un suo ritorno potrebbe ridare fiducia a città deluse come, appunto, Miami. La concorrenza per Billick è tanta, come sempre in questi casi: si va da altri ex head coaches, come detto, fino ai coordinators in rampa di lancio per finire con attuali head coaches che potrebbero finire da un'altra parte, come fatto da John Fox passato da Carolina a Denver e come potrebbe fare Norv Turner uscendo dai Chargers. Sostenitore della West Coast offense, appresa come offensive coordinator, prima a Stanford e poi con i Vikings, sotto un protetto di Bill Walsh come Dennis Green, Billick potrebbe partire da Matt Moore come quarterback a Miami, con un backup di livello, avendo 'stressato' più volte, in questa stagione, come analista di Fox e NFL Network , la necessità per una franchigia di dotarsi di un backup di livello simile allo starter, citando come esempio negativo il disastro fatto dai Colts senza una valida alternativa a Peyton Manning. L'arrivo di un coach offensivo come Billick avrebbe senso per i Dolphins. Non soltanto perché darebbe al team proprio un aspetto offensivo di cui i Dolphins necessitano ma anche perché Billick potrebbe convincere il defensive coordinator Mike Nolan, autore di un ottimo lavoro a Maimi, a restare. Questo non soltanto in virtù del fatto che Billick è un coach offensivo o perché è un nome che potrebbe far pesare il proprio carisma e prestigio, ma soprattutto perché Nolan è stato defensive coordinator di Baltimore sotto Billick nel periodo 2002-04, con una defense finita nella top-6 in punti e yards concesse in entrambe le ultime due stagioni insime.

giovedì 15 dicembre 2011

Un nuovo coach

E' logico cambiare un head coach durante la stagione? Questa è la domanda che dovrebbero farsi fans, media e dirigenti della NFL prima di prendere decisioni del genere. Probabilmente, indipendenente dai risultati ottenuti dal predecessore, un cambio può essere logico se, con la stagione ormai senza più niente da dire, l'interim coach è qualcuno che ha la prospettiva di diventare il prossimo head coach titolare della franchigia, come accaduto in passato per Jason Garrett o Leslie Frazier. In questo caso, come sottolineato da John Clayton di ESPN.com, i cambi di Jack Del Rio, Todd Haley e Tony Sparano possono rientrare in un certo criterio di logicità. Mel Tucker (Jacksonville), Romeo Crennel (Kansas City) e Todd Bowles (Miami), sono legittimi candidati per assumere la posizione di head coach nella franchigia nella quale si trovano ad operare. Non è detto che questo accada ma, oltre ad una eventualità comunque da non eliminare del tutto, hanno la caratteristica di avere i requisiti per adempiere alle Rooney Rule, che obbliga i teams ad intervistare potenziali head coaches appartenenti a minoranze etniche. Comunque, almeno due di questi interim coaches hanno chances per diventare head coaches, da qualche parte. A Kansas City il general manager Scott Pioli considererà Crennel per la posizione di head coach per la prossima stagione e, se dovesse vincere i prossimi tre games, Crennel sosterrebbe la propria causa. Alla seconda stagione come defensive coordinator dei Chiefs, Crennel è già stato un NFL head coach con i Cleveland Browns dal 2005 al 2008. Ed è stato anche defensive coordinator dei vincenti New England dell'ultima decade. La defense di Kansas City ha giocato bene questa stagione e molto merito va a Crennel. Per quanto riguarda Bowles, alla sua quarta stagione con i Dolphins, dopo un passato con i Cowboys come defensive backs coach, l'owner dei Dolphins, Stephen Ross, ha dichiarato che il nuovo coach sarà "in the mix" e verrà intervistato a fine stagione per la posizione di full-time coach. Anche se Bowles, come Crennel, difficilmente avrà il posto, ha più probabilità dell'ex Browns. E, come detto, queste partite potranno servire a Bowles a diventare un candidato migliore da qualche altra parte. Rispetto a Tucker e Crennel, Bowles ha il vantaggio di guidare un team che sta giocando benino ultimamente e che è 4-2 negli ultimi 6 games. Certamente dovrà partire da una situazione di svatanggio, visto che a quarterback l'attuale starter, Matt Moore, dopo ottime prove, è fuori per infortunio e potrebbe non recuperare per la prima di Bowles. Questo lascia il nuovo head coach soltanto con J.P. Losman e con il No. 3 quarterback Pat Devlin come opzioni sotto il centro. Bowles dovrebbe partire subito installando la sua attitudine da coach senza mezze misure, che non ha problemi a farti giocare o tenerti fuori a seconda che tu serva o meno alla causa.

martedì 13 dicembre 2011

Fuori!

Tony Sparano è fuori, essendo stato licenziato dalla posizione di head coach dei Miami Dolphins. Il movimento, atteso per la fine della stagione, è stato dunque anticipato dall'owner Stephen Ross. Ross sembrerebbe intenzionato ad ingaggiare un head coach di alto profilo, uno come Bill Cowher, Jeff Fisher o Jon Gruden. Possibili target anche Andy Reid, se davvero dovesse lasciare Philadelphia e Tom Coughlin se i Giants dovessero licenziarlo in caso di mancati playoffs. Interessante sarebbe la soluzione Norv Turner se, come sembra, i Chargers dovessero fare a meno di lui al termine della stagione. Da queste colonne parte ancora una volta alto il richiamo a tenere d'occhio l'eventuale ritorno sulla sideline, come head coach, di Mike Martz, un nome che potrebbe riportare entusiasmo in Florida. Qualcuno ha parlato anche dell'offensive coordinator dei Jets, Brian Schottenheimer. Continuano quindi i problemi di Miami che, a parte qualche lampo di Wildcat qua e là,  non è risucita a creare niente di stabile nelle ultime stagioni, vittima di connubi coach-quarterback poco produttivi, da Nick Saban e Joey Harrington a Cam Cameron e Cleo Lemon fino a Sparano e Chad Henne. I sei head coaches succeduti nel tempo a Don Shula hanno combinato un record di 126-127.  Poco per Miami come testimoniato anche dal pubblico, così scarso sugli spalti da ricordare la situazione dei Miami Sharks del film Any Given Sunday. La posizione di Sparano era a rischio fin dalla scorsa offseason quando, dopo una stagione da 7-9, Ross aveva flirtato con l'head coach di Stanford, Jim Harbaugh. La prima mossa che la franchigia dovrà fare, dopo l'ingaggio del nuovo head coach, sarà quella di trovare un valido quarterback. Matt Moore ha mostrato di essere un ottimo backup, forse non una soluzione  a lungo termine ma un quarterback in grado di giocare fino a quando un franchise quarterback non sarà pronto. Il draft 2012 presenta diversi buoni prospetti dietro a Andrew Luck di Stanford, con i vari Robert Griffin III di Baylor, Landry Jones di Oklahoma e Matt Barkley di USC. 

lunedì 12 dicembre 2011

Non è facile

Houston è Texas...ma non Texas A&M. Questo è uno dei motivi che hanno spinto coach Kevin Sumlin a capitalizzare una stagione da 12-1 lasciando i Cougars per gli Aggies, a meno di due settimane dal licenzimaneto di Mike Sherman dopo una deludente stagione 6-6. Il fatto che Houston lasci la Conference USA per la terra dorata della Big East, da dove è possibile guadagnarsi un accesso atomatico, in caso di ottima stagione, ad un bowl BCS, non ha convito Sumlin a restare. La domanda in questi casi è sempre la stessa: riuscirà un head coach proveniente da un medio-piccolo programma ad adattarsi alle maggiori richiste di un grande programma? E Texas A&M è un Big One. Sumlin passa dalla Conference USA alla temibile Southeastern Conference, dove un programma come Arkansas è finito soltanto terzo con un record di 10-2 e in una scuola che ha licenziato i precedenti tre head coaches, Mike Sherman, Dennis Franchione, R.C. Slocum. La ricetta per la SEC è spread offense + defense. Sumlin sa utilizzare la spread ma dovrà dimostrare di potersi dotare di una defense all'altezza della conference.La stagione da 12-1 a Houston ha dato a Sumlin la possibilità di poter scegliere fra diverse opzioini. Respinte per nessun o poco interesse Arizona, UCLA e Arizona State, la scelta di Sumlin è quindi caduta su Texas A&M. Il programma è da ricostruire. L'attuale interim head coach, il defensive coordinator Tim DeRuyter, potrebbe restare, nonostante una stagione 2011 dove gli Aggies hanno patito nella defense. Nella offense, niente più Case Keenum,  45 touchdowns e 5 INTs questa stagione a Houston e sotto con un passing attack che, rispetto alla Conference USA, dovrà vedersela con defense migliori. Di contro, niente più reclute perse per colleges come Texas Tech e Baylor: a Texas A&M, almeno in questo, la vita dovrebbe essere più facile.

Broncos Tim

Forse ha ragione Mark Kiszla del Denver Post: Tim Tebow ha fatto in modo che i Broncos siano convinti di non poter perdere. Comunque sia, cosa dire dopo che Tebow ha guidato la offense dei Denver Broncos a segnare 13 punti dopo essere rimasta a secco nei primi 57 minuti della partita poi vinta contro i Chicago Bears per 13-10 all'overtime? Dimenticatevi la stagione dei Packers, fino ad ora imbattuti; dimenticatevi le performances dei rookies rivelazione della stagione, da Cam Newton fino all'ultimo arrivato, T.J. Yates; dimenticatevi di Jim Harbaugh e della sua impresa alla guida dei 49ers. Tim Tebow è la storia dell'anno. Come riportato da Chris Mortensen di ESPN.com, i Broncos avrebbero deciso di puntare su Tebow come starting quarterback nel 2012 se l'ex Florida dovesse riuscire a portare il team ai playoffs. Decisione che sembra giusta. La vittoria contro i Bears e la contemporanea sconfitta di Oakland per 46-16 a Green Bay, ha dato Denver il primo posto nella AFC West con un record di 8-5. I Broncos sono ora 7-1 con Tebow come starter ed hanno vinto 6 partite di seguito, delle quali le ultime 5 con Tebow in campo. Ma questi sono numeri visibili a tutti. Quello che forse è meno visibile è comeoi Broncos si siano trasformati. Tutto merito di Tebow? No di certo, basta pensare al lavoro della defense. Ma Tebow è stato fondamentale. I giocatori sanno che anche in svantaggio a poco dal termine, Tebow può guidare la squadra ad un come back. I Broncos sono stati sotto nel 4° quarto in ognuna delle ultime quattro vittorie.Come Mark Sanchez per i Jets, un quarterback non è sempre misurabile dalla sole statistiche. Anche con numeri non eccezionali, cosa dire di un quarterback che produce vittorie e guida un team lontano? 

domenica 11 dicembre 2011

Robert Griffin III 2011

Forse il college football non è uno sport dove poche, grandi, scuole si dividono sempre i premi. Per conferma, chiedere all'ultimo vincitore, a sorpresa, dell'Heisman Troph, il quarterback di Baylor Robert Griffin III.
Griffin ha ricevuto 405 first-place votes e 1,687 punti, battendo il favorito quarterback di Stanford, Andrew Luck, 247 first-place votes e 1,407 punti. Per Luck il comunque ragguardevole primato di essere diventato, insieme ai running backs Charlie Justice di North Carolina (1948-1949) e Darren McFadden di Arkansas (2006-2007) il terzo giocatore a finire secondo nella corsa al premio per due stagioni consecutive. Griffin III ha mostrato di essere non soltanto un runner, 644 yards e 9 TDs realizzati, ma anche un ottimo passer. Griffin conclude così alla grandissima una stagione che lo ha visto completare il 72 percento dei suoi passes per 3,998 yards, con 36 touchdown passes e guidare la piccola Baylor (9-3) ad una delle sue stagioni migliori nella storia del programma. 15° nel ranking, i Bears hanno vinto 9 games per la prima volta in 25 stagioni ed hanno chiuso il mese di novembre con un 4-0, battendo negli ultimi 3 games Oklahoma, Texas Tech e Texas. Alla fine, quando parliamo di college football, la domanda è sempre la stessa: decisione giusta? Dipende da cosa pensiamo dell'Heisman Trophy: premio che deve andare al giocatore di college più talentuoso o al migliore della stagione appena andata in archivio? Nel primo caso, Griffin III è il giocatore di maggior talento della NCAA? Forse, o forse no...nel secondo caso, è certamente quello che maggiormente ha impressionato, anche in relazione alle attese, in questo 2010. Intanto, sul campo, Navy ha battuto Army 27-21 nel 112° game di una delle rivalità più sentite a livello di college.
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venerdì 9 dicembre 2011

Dei ritorni...

Molti ritorni sulla sideline nella prossima stagione del college football. Rich Rodriguez e Urban Meyer saranno in buona compagnia dopo che Kasas ha annunciato l'ingaggio di Charlie Weis come nuovo head coach. Nessuno a Lawrence si aspetta di trasformare subito il programma in un contender per la BCS ma i Jayhawks attendono di tornare ad essere importanti nella Big 12. La precedente esperienza di Weis come head coach, a Notre Dame, non è andata bene, ma se l'ex coordinator dei New England Patriots dovessere postare lo stesso record di 35-27 in 5 stagioni anche in Kansas, sarebbe un eroe. L'ex head coach Mark Mangino è stato altamente considerato dopo essere riuscito a postare un 49-48 in 7 stagioni con Kansas. Dopo l'esperienza non esanlatante a ND, Weis è tornato nella NFL come offensive coordinator dei Kansas City Chiefs nel 2010. E dopo una stagione, il come back verso la NCAA, stavolta in Florida per gestire la offense dell'head coach Will Muschamp. Ma il lavoro di Weis non ha funzionato molto con i Gators. Cosa attendersi da Weis in Kansas? Dopo la parentesi Turner Gill, licenziato dopo due stagioni ed un record di 5-19, nonostante un accordo per 5 stagioni da $10 milioni, il programma vuole progredire ed ha ingaggiato un allenatore più che valido. Se ha imparato dagli errori fatti, soprattutto a ND, Weis è un upgrade per Kansas. Weis tuttavia avrà bisogno di un defensive coordinator di spessore, perché la defense è stata il suo punto debole con gli Irish. Nella offense, Weis troverà talento, dal quarterback Jordan Webb ai running backs Darrian Miller, Brandon Bourbon e Tony Pierson ma avrà bisogno del reclutatore Reggie Mitchell per ricostruire la defense.

mercoledì 7 dicembre 2011

Coaches of the Year

Al termine dell'ennesima stagione di grande college football, una nella quale abbiamo visto, come sempre, di tutto (da improbabili maglie color arcobaleno a Maryland fino allo scandalo di Penn State), diamo qualche giudizio personale sugli head coaches di una regular season, per così dire, ormai in archivio. Il tutto, cercando di restare fuori dall'ovvio. Per quanto riguarda il titolo di Coach of the Year, infatti, questo probabilmente finirà nelle mani di Les Miles, che ha condotto LSU fino al National Championship. Qundi, segnalimo due head coaches che hanno ottenuto risultati imprevisti in due situazioni difficili: Bill Snyder e Lane Kiffin. Snyder ha guidato i Kansas State Wildcats, fuori dei rankings nelle preseason polls, ad un record di10-2. Il 72enne coach, ritiratosi 6 stagioni fa, è tornato da 3 anni sulla sideline ed è diventato l'AP’s Big 12 coach of the year, davanti a Mike Gundy, il coach arrivato ad una vittoria dal portare Oklahoma State alla finale nazionale. Kiffin ha portato i Trojans a 10-2 nonostante nessun obiettivo fosse raggiungibile, essendo USC esclusa dal Pac-12 title game e dai bowl games a causa di penalizzazioni. Ma, forse, il nome da metter ein cima alla lista è quello di Larry Fedora. Fedora, 33-19 come head coach, candidato per succedere a Mike Sherman a Texas A&M ma vicinissimo, sembra, ad accettare il posto a North Carolina, ha guidato Southern Miss alla vittoria contro l'imbattuta Houston nel Conference USA championship game, finendo la stagione 11-2 ed acquisendo il diritto ad un viaggio a Nevada per lo Sheraton Hawaii Bowl. Tutto questo in attesa dei bowl e della prossima stagione, quella dei ritorni di Urban Meyer e Rich Rodriguez e delle acquisizioni da parte delle conferences.

lunedì 5 dicembre 2011

Così è se vi pare...

La Bowl Championship Series ha reso ufficiale domenica che il National Championship sarà un affare interno alla SEC. Avremo quindi un rematch fra LSU e Alabama. Dopo la vittoria 9-6 nello scontro diretto durante la stagione, si erano aperte le speculazioni in merito a possibili rivali per LSU nell'atto conclusivo. Poi, le varie Stanford, Oregon, Boise State e Virginia Tech si sono eliminate da sole. Restavano soltanto gli Oklahoma State Cowboys come legittimi rivali, dopo aver distrutto la No. 10 Oklahoma per 44-10. Ma lo sforzo dei Cowboys non è stato sufficiente ad interrompere l'egemonia stagionale del Sud degli USA. Due delle migliori defense del Paese si troveranno dunque di nuovo a confronto: Alabama ha terminato la stagione come prima squadra del Paese in total defense (195.3 yards per game) e rushing defense (75); i Tigers sono stati la seconda in total defense (252 yards per game) ed hanno guidato la SEC con un margine di turnover di più 22. Piaccia o no, così sarà. Senza un sistema di playoff come nel college basketball, la BCS cerca di mandare i due migliori teams alla finale, che questa stagione verrà disputato il  9 gennaio a New Orleans. Forse per la prima volta nelle ultime stagioni, stavolta il sistema BCS ha centrato l'obiettivo: LSU ed Alabama sono le squadre migliori e meritano di affrontarsi al Mercedes-Benz Louisiana Superdome di New Orleans con il BCS national championship in palio. Alabama (11-1) era la No. 2 sia nella Harris Poll che nella USA Today coaches’ top 25 poll, le due polls votate da uomini in carne ed ossa. La sconfitta già citata di Alabama contro LSU durante la stagione è costata meno di quella subita da Oklahoma State contro Iowa State per 37-31 in un doppio overtime lo scorso 18 novembre. Qualcuno potrà obiettare sul potere della SEC, ma la decisione sembra corretta.Da segnalare infine gli altri games della BCS:  Michigan vs. Virginia Tech nello Sugar Bowl; Clemson vs. West Virginia nell'Orange Bowl; Oregon vs. Wisconsin nel Rose Bowl.

venerdì 2 dicembre 2011

Dove eravamo...

Quattro partite...quattro games consecutivi nei quali i Denver Broncos erano sfavoriti e quattro vittorie. Denver ha concesso soltanto 15 punti di media a partita in questa striscia. La defense ha giocato benissimo: soltanto il 27.8 percento di conversioni nei terzi downs concesse agli avversari in queste ultime 4 partite. La offense così così...sulla carta. Perché il quarterback ha macinato comunque yards. Perché Tim Tebow sarà anche il più eterodosso fra i quarterback sbarcati sul Pianeta NFL nelle ultime stagioni, però porta vittorie. E Tebow annulla tutto il resto. Nella stagione in cui un rookie quarterback come Andy Dalton rischia di riportare ai playoff i Bengals dopo aver preso il posto di un provato veterano come Carson Palmer e in cui un altro rookie, Cam Newton, sta battendo ogni record in Carolina; nella stagione nella quale dietro il quarterback Matthew Stafford anche i Detroit Lions sono rinati; nella campagna in cui un rookie head coach è riuscito dove molti altri avevano fallito, cioè nel trarre profitto dall'avere Alex Smith come quarterback a San Francisco...siamo ancora  a parlare della sensazione Tim Tebow. Ma il ragazzo non vince e basta. Mostra qualità. Contro i Jets, nello Week 11, Tebow decide il game con un 20-yard touchdown su corsa a 58 secondi dalla fine. Nella vittoria contro Kansas City in Week 10, Tebow diventa il primo quarterback dopo Joe Ferguson con Buffalo nel 1974 a registrare più corse che passes in un game. La NFL ha già provato recentemente ad avere team vincenti con quarterback più bravi a correre che a lanciare ma Tebow sta facendo meglio dei precedenti esperimenti fatti con Michael Vick e Vince Young. Denver è 5-1 con Tebow come starter. Tebow non può correre una tradizionale offense? Nessun problema per ora, i Broncos hanno fatto quello che si dovrebbe fare, adattare la offense alle qualità dei propri giocatori, utilizzando per il loro quarterback una offense che farebbe felici molti head coaches delle high school. A partire dal game contro i Raiders, coach John Fox ed il suo staff hanno inserito nel playbook 8 nuovi giochi, per la maggior parte provenienti dalla read-option offense utilizzata con successo da Tebow alla University of Florida. Certo, ci vuole pazienza da parte dei receivers: contro i Chiefs il wide receiver Eddie Royal ha avuto 0 ricezioni. Il miglior receiving tight end del team, Daniel Fells, ha una sola ricezione in 6 games con Tebow starter...Ryan Leaf? Dannie Wuerrful? JaMarcus Russel? Per ora non abitano qui! Potrà funzionare questa offense sul lungo periodo o finirà come la Wildcat, cioè una offense sorprendente poi studiata ed annullata? Per ora funziona. Run o pass, come ha detto Fox, l'importante è muovere la catena. E già si parla dell'head coach John Fox come Coach of the Year...