venerdì 31 dicembre 2010

Long Snapper life

Una delle posizioni più sottovalutate presso i fans dell'intera NFL, una di quelle delle quali ti accorgi soltanto quando ci sono grossi errori. In questi momenti, capisci quanto importante sia avere buoni giocatori nella posizione di long snapper. Come avvenuto nel caso del long snapper dei Giants, Zak DeOssie, il cui alto punt snap ha contribuito al punt return che è costato al suo team la partita contro gli Eagles. Altri team ne conoscono meglio l'importanza: durante questa stagione, l'head coach dei Patriots, Bill Belichick, ha fatto notare come il suo team sia stato uno dei pochi nella NFL a draftare per un kicker, un punter ed un long snapper. Il lavoro del long snapper è tremendamente specifico: deve effettuare un preciso snap al punter posto 15 yards dietro di lui in, è stato calcolato, 0.8 secondi circa e in 1.3 seconds verso l'holder posto 7 o 8 yards dietro per il field goal. Un esempio delle qualità e dell'importanza del long snapper nel football di oggi? L'head coach di Baltimore, John Harbaugh, dopo la vittoria 20-10 sui Browns ha elogiato il rookie long snapper Morgan Cox, che dopo il secondo field goal del kicker Billy Cundiff si è infortunato al ginocchio ed ha giocato il resto della partita in queste condizioni, finendo la sua stagione...così Baltimore è andata alla ricerca di un valido long snapper firmando il veterano Kevin Houser, 33enne ritenuto di buona tecnica e con esperienza per entrare subito negli schemi. I Long snapper devono essere oggi anche atletici per bloccare dopo lo snap. Solitamente si diventa long snapper per l'andare delle cose, ci si specializza in una posizione nella quale si può eccellere. Ed in questa posizione un giocatore che in altre posizioni avrebbe meno opportunità può ottenere una scolarship nella NCAA ed arrivare magari proprio nella NFL. Dove può guadagnare cifre interessanti: i Bears hanno prolungato in stagione il contratto del veterano Pat Mannelly per uno stipendio da $1.15 milioni a stagione.

giovedì 30 dicembre 2010

Il numero 3

I Cowboys hanno firmato il quarterback Chris Greisen per la loro practice squad con la possibilità di aggungerlo al roster se l'infortunato quarterback Jon Kitna non recupererà per domenica. Se Kitna fosse costretto a restare fuori, toccherebbe a Stephen McGee giocare da starter con Greisen come backup. Greisen, 34enne, ha giocato 2 stagioni con i Dallas Desperados della AFL, franchigia che era di proprietà della famiglia Jones ed era allenata dal pro scouting coordinator dei Cowboys, Will McClay, mentre recentemente è stato il quarterback dei Florida Tuskers arrivati al championship game della United Football League. Greisen, 6-3, 220 pounds, 7° scelta degli Arizona Cardinals nel 1999, è stato rilasciato nel 2002 prima di firmare per una stagione con i Redskins. Il fratello, Nick, ha giocato per i Giants nel periodo 2002-05. Firmandolo per la practice squad i Cowboys non dovranno pagare i $25,000 del trasferimento alla United Football League. Cosa dovrà fare un N0. 3 quarterback firmato ad un game dalla fine della regular season? Prepararsi come se dovesse giocare. A Greisen non dovrebbe essere chiesto di imparare l'intero playbook, ma certamente alcuni plays, per cui Griesen avrà davanti una intensa mezza settimana di studio.

martedì 28 dicembre 2010

E' tempo di spread?

Nel bye week della stagione 2010, l'head coach dei Trojans, Lane Kiffin, citò la possibilità, nella prossima stagione, di installare ad USC una spread offense, abbandonando invece la pro-style offense che il programma aveva corso dai tempi di Pete Carroll e che tanti risultati aveva prodotto nelle scorse stagioni. A favore di questa ipotesi, Kiffin ha citato la probabile composizione del roster 2011, sostenendo che nella prossima stagione USC avrà a disposizione un buon numero di wide receivers, running backs e tight ends, ma che sarà priva di fullback utili per correre il sistema tradizionale. Quest'anno la offense di USC è stata molto criticata; anche se non sono stati raggiunti i livelli dell'offensive coordinator dei rivali di UCLA, Norm Chow, la cui unità è stata la 101° nella nazione in total offense, la offense di USC è comunque stata oggetto di critiche. Tornando alla questione del possibile passaggio ad una spread offense nel 2011, se guardiamo al roster di USC vediamo come ad oggi ci sia un un solo fullback, Stanley Havili, che però è un senior alla 5° stagione. Nel redshirt sophomore Simione Vehikite e nel freshman Soma Vainuku, USC ha i soli due giocatori nella posizione con una scholarship ed entrambi sono inesperti. Il reparto degli wide receivers è invece ampio ed esperto, con i vari Robert Woods, Brice Butler, Brandon Carswell, Kyle Prater, Thearon Collier e De’Von Flournoy. I problemi nella transizione potrebbero riguardare il quarterback e la offensive line. Il quarterback Matt Barkley dovrebbe svilupparsi in uno spread quarterback, imparando a chiamare i giochi dalla linea di scrimmage. La offensive line dovrebbe invece cambiare i propri tipici assignamenti. Kiffin vuole reclutare una classa maggiore rispetto a quella della scorsa stagione, attorno alle 45 nuove scholarship e la OL è un'area da migliorare dopo il non buon reclutamento nella posizione negli ultimi anni, quando il coaching staff di Pete Carroll si è 'deteriorato'.

Welcome to Miami!

La sconfitta contro Detroit potrebber aver decretato la parola fine all'avventura dell' head coach Tony Sparano in quel di Miami. L'owner dei Dolphins, Stephen Ross, magari esagerando un pò, aveva detto ad inizio stagione che il team avrebbe raggiunto il Super Bowl: esagerazione comunque derivante dalle acquisizioni nella offseason, che avevano portato a Miami grossi calibri come il wide receiver Brandon Marshall e l'inside linebacker Karlos Dansby. I cambiamenti a Miami dovrebbero essere radicali: i running backs Ronnie Brown e Ricky Williams potrebbero non tornare, il defensive coordinator Mike Nolan potrebbe finire a fare l'head coach altrove, l'offensive coordinator Dan Henning dovrebbe ritirarsi a fine stagione. La offense di Miami è stata un problema in questa stagione: nel 2010 né il running né il passing game sono progrediti. Prima del game di domenica scorsa contro Detroit, Miami era 22° nella NFL in total offense, 21° in run offense e 17° in pass offense ed ora è 29° in punti segnati. Sotto Tony Sparano, con il team attualmente a 7-8, Miami non è progredita in queste 3 stagioni, peggiorando invece nei risultati. Nel 2008 Miami vinse la AFC East all'ultimo game della regular-season, per poi venire eliminata dalla corsa ai playoff all'ultimo Week del 2009 e a 2 game dalla fine della stagione 2010. Negli scorsi 3 games, Miami ha rimediato 3 sconfitte da teams come Cleveland, Buffalo e Detroit. Il team non ha poi risolto il problema del quarterback. Sono stati 15 i quarterbacks passati da Miami da quando Dan Marino si è ritirato nel 1999. Chad Pennington ha le qualità per fare lo starter, ma gli infortuni sono stati un problema. Nell'ultimo game sarebbe il caso di dare uno sguardo ulteriore al backup Tyler Thigpen, che è stato lo starter per i Chiefs in 11 games 2 stagioni fa, per valutarlo. Thigpen è atletico ed anche se non ha postato grandi stats, con il 56 per cento di completi, 1 toochdown e 2 INTs per un passer rating di 63.7 in questa stagione, ha qualità interessanti. Anche il lavoro del GM Jeff Ireland non è esente da critiche: Ross ha rapporti di amicizia e di business con l'ex GM dei Chiefs, Carl Peterson ed anche se lo stesso Ross ha dichiarato al Sun-Sentinel lo scorso mese che Peterson non arriverà, il giornale non esclude che questa soluzione possa invece essere seguita.

Coaching Carousel: la situazione

Mike Singletary è il 4° head coach licenziato in questa stagione. Singletary raggiunge Wade Phillips (Dallas), Brad Childress (Minnesota) e Josh McDaniels (Denver) fra i coaches licenziati a stagione in corso. Ma dopo il prossimo Week, l'ultimo della regular season, molti altri teams potrebbero cambiare head coach per quella che sembra preannunciarsi come una off-season particolarmente turbolenta dal punto di vista dei cambi sulla sideline. In cima alla lista dei cambi dovrebbe esserci John Fox, giunto al termine della sua avventura in Carolina dopo una stagione attualmente a 2-13. Marvin Lewis sembra in procinto di lasciare Cincinnati. A Houston, Gary Kubiak è sulla rampa di uscita dai Texans. Jeff Fisher è a rischio a Tennesse, così come Tony Sparano con i Dolphins, che dovrebbero dare vita ad un ampio turnover per la prossima stagione. Il record in casa di 1-7 e gli spettatori in calo, dovrebbero portare l'owner Stephen Ross a cambiare Sparano. I Dolphins sono peggiorati dall'esordio di Sparano come head coach: hanno vinto il 2008 AFC East title, sono rimasti in corsa per i playoff nell'ultimo game del 2009 e sono stati eliminati dalla postseason a 2 games dal termine in questa stagione. Anche il posto dell'offensive coordinator Dan Henning è a rischio, mentre il defensive coordinator Mike Nolan potrebbe lasciare per diventare head coach altrove. La offense resta il probelma maggiore di Miami. Sono cominciate a circolare voci anche sui Chargers, eliminati dai playoffs per la prima volta dal2005. L'owner Dan Spanos ha dichiarato al San Diego Union Tribune che l'head coach Norv Turner ed il general manager A.J. Smith torneranno nel 2011. Questo nonostante fans e media abbiano messo in discussione il posto di Turner dopo il disastro di domenica a Cincinnati. Anche Minnesota, Dallas e Denver hanno dato un voto di fiducia ai loro coaches in stagione, prima di licenziarli dopo poco, ma Turner dovrebbe essere salvo per il 2011. Anche se una stagione 8-7 non è un buon risultato per i Chargers, Turner e Smith hanno rimesso in piedi una franchigia che, come detto da Spanos, fra il 1996 ed il 2003 non riusciva ad andare oltre 8-8. Certamente, se una stagione come questa dovesse ripetersi, nel 2011 le cose potrebbe cambiare. Ma non ora. A Clevleand, il President Mike Holmgren ed il general manager Tom Heckert valuteranno l'head coach Eric Mangini al termine della stagione. Mangini doveva dimostrare progressi dopo la stagione scorsa, finita 5-11 ma, nonostante vittorie importanti contro Saints e Patriots, i Browns non hanno mostrato miglioramenti significativi nel 2010.

lunedì 27 dicembre 2010

Bye bye Mike!

I 49ers, hanno licenziato il loro head coach Mike Singletary dopo la sconfitta 25-17 contro i Rams. Il defensive line coach Jim Tomsula guiderà il team nell'ultimo game della stagione contro Arizona al Candlestick Park. Singletary, 52enne, è 5-10 questa stagione e 8-8 nel 2009, dopo aver postato un record di 5-4 come interim coach al posto del licenziato Mike Nolan durante la stagione 2008. Il licenziamento di Mike Singletary è soltanto l'ultimo capitolo di una stagione tumultuosa per i 49ers: prima le dimissioni del GM Scot McCloughan in prossimità del draft; poi le scelte del draft forzate a lasciare, come il defensive end Kentwan Balmer, o a ritirarsi, come il running back Glen Cofee; quindi il licenziamento dell'offensive coordinator Jimmy Raye dopo 3 game nella stagione; poi le dimissioni dell'assistant head coach/secondary coach Johnnie Lynn dopo lo Week 13; infine la situazione a quarterback, con il continuo alternarsi fra Alex Smith e Troy Smith. Indipendentemente dagli errori di Singletary, sorprende la decisione dell'owner Jed York: ha senso licenziare un head coach ora quando tutti sapevano che questo movimento sarebbe stato fatto al termine della stagione? Non poteva York aspettare lo Week 17, anche per rispetto dell'uomo Singletary, sul quale non c'è niente da dire? Se York voleva cambiare l'andamento della stagione, poteva licenziare Singletary al bye week, o in un altro momento prima della fine della stagione, non ora...Comunque, la rivoluzione deve cominciare subito. I contratti dei due quarterbacks terminano al termine della stagione ed una decisione andrà presa. Servirà poi un GM, la cui ricerca York ha detto partirà immediatamente. Al nuovo GM, secondo quanto dichiarato dallo stesso York, spetterà il compito di trovare il nuovo head coach e di scegliere il prossimo quarterback.

domenica 26 dicembre 2010

Aspetta! Chiamiamo un time out

Interessante articolo del New York Times su una delle tecniche più utilizzate nelle ultime stagioni nella NFL, vale a dire quella di chiamare un time out poco prima del tentativo di esecuzione di un importante field goal da parte del team avversario. Secondo alcuni, questa pratica risale allo Week 2 della stagione 2007, quando l'allora head coach di Denver, Mike Shanahan, la utilizzò per confondere le idee al kicker dei Raiders, Sebastian Janikowski. Secondo uno studio pubblicato dalla University of San Diego nello scorso settembre, su 273 field goals tentati in overtime o ad un minuto o meno dal termine di un game dove il kicking team era sotto di 3 punti o meno, quindi in situazioni di grande pressione, l'80.4 percento dei field goal ha avuto successo quando non è stato chiamato un time out, mentre la percentuale di successo scende al 66.4 percento nei casi in cui il team opposto ha chiamato un field goal per deconcentrare il kicker. Un altro studio, del Wall Street Journal, ha dato risultati opposti: dal 2000 è stata registrata una percentuale di realizzazione del 77.3% nei field goals negli ultimi 2 minuti o nell'overtime quando non viene chiamato nessun timeout prima del calcio ed una percentuale del 79.7% quando i time out vengono chiamati. Gli studi tuttavia, pur differendo in alcune variabili come la definizione di quali siano i clutch kicks, cioè i field goal calciati in situazione di pressione, non prende però in considerazione alcuni fattori importanti, come la distanza del calcio decisivo, l'esperienza del kicker nella NFL e la sua esperienza particolare in queste situazioni. Alcuni kicker sono infatti abili a gestire la pressione derivante da questa tecnica di pressione. Matt Bryant, ad esempio, kicker dei Falcons, è 3-3 in queste situazioni in questa stagione. Altri, pur esperti, sentono maggiormente la pressione: dal 2001, l'ex kicker dei Miami Dolphins, Olindo Mare, è 5-8 in queste circostanze. Quindi è probabile che prima di ricorrere a questa tecnica, gli head coach debbano prendere in considerazione tutte queste variabili: situazione di partita, esperienza del kicker, esperienze in queste situazioni, percentuali senza o doopo la chiamata di un time out, distanza, condizioni metereologiche...

Ha fatto il suo tempo. O no?

Lasciar scadere il contratto o confermare? Questo è il quesito che viene posto a Cincinnati in merito alla permanenza dell'head coach Marv Lewis con i Bengals. La stagione era iniziata con ottimismo dopo che i Benglas erano stati gli AFC North champion nel 2009. Invece, a 2 games dal termine del 2010, con un record di 3-11, Cincinnati è una delle delusioni della stagione e Lewis è a rischio. Il contratto di Lewis termina a fine di questa stagione e si dovrà decidere cosa fare. Lewis ha portato Cincinnati a 2 presenze ai playoff in 8 stagioni dopo che i Bengals ne avevano registrate 0 per 15 anni, dal 1991 al 2006. Lewis ha portato i Bengals da 2-14 nel 2002 ad un miglioramento di 6 vittorie nel 2003 e ha ricostruito un team da 4-11-1 portandolo a 10-6 nel 2009. Ma l'owner Mike Brown potrebbe aver perso la pazienza con Lewis. Il team ha molto pià talento del suo recod attuale. Tuttavia, Lewis sembra il miglior head coach avuto nella franchigia dai tempi di Sam Wyche. Ha cambiato la cultura perdente del team, anche se i risultati alla fine sono stati inferiori alle attese. Dal suo arrrivo a Cincinnati, Lewis ha modernizzato le infrastrutture del team, facendo guadagnare rispetto ad una franchigia che ne aveva poco: prima dell'ingaggio e delle prove dei teams di Lewis, difficilmente a Cincinnati sarebbero arrivati wide receiver come Chad Ochocino o Terrell Owens. Lewis è stato abile a resistere ed a lavorare con Brown, uno degli owner più dififcili con cui trattare nell'intera NFL. La domanda quindi è: ci sono opzioni migliori di Marv Lewis per Cincinnati? Se dovesse decidere di cambiare, Brown potrebbe rivolgersi ad un head coach di nome, disponibile a venire a lavorare a Cincinnati, come l'head coach di Carolina John Fox, oppure proseguire la strada di consegnare il team a assistant coach cui dare la prima grande occasione come head coach. In questo caso alcuni nomi potrebbero essere quelli del defensive coordinator Mike Zimmer; Hue Jackson, offensive coordinator degli Oakland Raiders, già a Cincinnati nel periodo 2004-2006 come receivers coach e che ha fatto bene a Baltimore, Atlanta, Washington e appunto Oakland; Dick Jauron defensive backs coach dei Philadelphia Eagles, ex head coach degli Chicago Bears, portati nel 2001 ad un record di 13-3 e dei Buffalo Bills, con i quali tuttavia le cose non sono andate bene; Bob Bratkowski, offensive coordinator, la cui offense è stata troppo prevedibile questa stagione ma che piace a Mike Brown.

Resta McGee

I Cowboys sono fuori dai playoffs. Unica consolazione l'aver trovato un quarterback in Stephen McGee. Con il quarterback Jon Kitna uscito nel 2° quarto della sconfitta 27-26 contro Arizona, McGee, alla seconda stagione come pro venendo da Texas A&M, ha giocato tutto il secondo tempo, finendo con 11-17 per 111 yards e 1 touchdown, lanciato ad 1:41 verso il wide receiver Miles Austin: un touchdwon pass da 37-yard che ha prodotto il vantaggio 26-24 per i Cowboys, poi vanificato dall'errore del kicker David Buehler nel PAT che ha permesso ad Arizona di vincere con un field goal del kicker Jay Feely a 5 secondi dalla fine. La critica è concentrata sull'errore di Buehler invece che sul drive da 80-yard di McGee. McGee che ha anche mostrato le sue abilità nel muoversi, con 4 portare per 19 yards. Questa come detto è la seconda stagione di McGee nella NFL e fino ad ora non aveva mai avuto uno snap in un game. Tuttavia, di McGee veniva detto bene per quello che mostrava in allenamento. Ora, con la stagione andata ed un game rimasto da giocare, i Cowboys hanno bisogno di vedere cosa il quarterback è in grado di fare, anche perché in caso di lockout potrebbero mancare al team OTLs, minicamps e training camp nella prossima primavera per valutare i giocatori. Un mezzo game non è sufficiente per valutare un giocatore, ma McGee ha fatto bene, pur avendo pochi passes, non commettendo nessun turnovers e lanciando il suo primo touchdown.

venerdì 24 dicembre 2010

Il buono, il brutto e...i Lions

Gli alti e i bassi della stagione di Detroit. A 4-10, Detroit ha comunque alcune note liete da cui ripartire. La partenza 0-4 e, poi, la striscia di 5 sconfitte consecutive avevano messo dei dubbi sul futuro dell'head coach Jim Schwartz. Ma dopo le due vittorie contro Gree Bay e Bucs, se i Lions dovessero finire bene la stagione potrebbero creare il momentum dal quale ripartire per il 2011. Un 2010 quindi fatto di bassi ma anche di alti per Detroit, indipendentemente dal record attuale. Fra i bassi, il quarterback Matthew Stafford finito nella injured reserve list, come conseguenza dell'infortunio subito lo scorso 7 novembre. Stafford finisce quindi la sua seconda stagione consecutiva nella injured reserve, saltando un totale di 19 su 32 games. Stafford è progredito dalla sua stagione da rookie ma cominciano ad esserci dubbi sulla sua resistenza. Detroit ha comunque avuto la possibilità in questa stagione di scoprire due quarterbacks. Drew Stanton ha sfoderato una ottima performance contro Buccaneers ed è 2-1 in 3 games come starter, con passer ratings negli ultimi 2 games di 102.4 e 91. 3. Stanton, un favorito dei fans, ha mostrato qualità. Shaun Hill aveva giocato 3 stagioni sotto l'attuale offensive coordinator dei Lions, Scott Linehan, a Minnesota ed ha confermato quanto di buono fatto vedere a San Francisco, cioè di poter essere un discreto starter. I due quarterbacks si completano: Hill è maggiormente un pocket passer, mentre Stanton ha buona mobilità ed i Lions possono chiamare alcune run per lui. E tanto Schwartz quando l'offensive coordinator Linehan sono stati bravi ad adattare la offense ad una college-style spread per massimizzare le qualità di Stanton nella shotgun, dove si trova più a suo agio. Fra le altre note positive il lavoro del defensive line coach Kris Kocurek, 32 anni, alla sua prima stagione come position coach nella NFL, che ha guidato un reparto che ha prodotto fino ad ora ben 39 sacks. Kocurek si è fatto notare per la varietà degli allineamenti utilizzati, come quello che vede nella 3-4 il defensive end Kyle Vanden Bosch allineato tipo middle linebacker dietro il nose tackle Corey Williams. Tutti e 8 gli uomini delle defensive line dei Lions, ad eccezione del defensive end Willie Young, hanno registrato almeno 1 sack questa stagione. Nel reparto eccelle il rookie defensive tackle Ndamukong Suh: secondo Vince Verhei di Football Outsiders, Suh sta avendo la miglior rookie season per un defensive tackle in 13 stagioni di NFL. Infine, la grande stagione del wide receiver Calvin Johnson, attualmente 5° nella NFL in ricezioni (73) e yards (1,068). Ci sono state discussioni in stagione sul modo in cui i Lions hanno coinvolto Johnson nella offense, ma in generale sono riusciti ad utilizzare Johnson in modo da avere un'alta produttività.

giovedì 23 dicembre 2010

Tornerà nel 2011?

Qualche settimana fa l'owner dei Titans, Bud Adams, ha dichiarato che verrà fatta una valutazione completa sull'eventualità di un ritorno dell'head coach Jeff Fisher nel 2011 soltanto al termine di questa stagione. Fisher è alla 16° stagione come head coach ed è sotto contratto fino a tutto il 2011. Ma dopo questa stagione, il suo ritorno la prossima stagione non è affatto certo. Da tempo si parla infatti di un cambio per Tennesse. Con la vittoria sui Texans per 31-17 all'LP Field, i Titans restano in corsa per i playoff, ma una qualificazione alla post-season potrebbe non essere abbastanza perché Fisher venga confermato. Contro i Texans, il quarterback Kerry Collins ha completato un 4°-down pass al rookie Damien Williams per 39 yards, nel drive che ha condotto i Titans al loro primo touchdown. Una chiamata non convenzionale per Tennessee, la cui offense è stata spesso accusata di essere troppo conservativa, come nel game contro i Colts quando, 6 punti sotto a circa 4 minuti dal termine, sulle proprie 34-yard in un 4°-e- 1, Fisher decise di puntare, consegnando il pallone e la vittoria a Indianapolis e sottoponendosi ad una delle tante cirtiche ricevute in questo 2010 da fans e media. E' stata infatti una stagione difficile per Fisher: i contrasti con il quarterback Vince Young; la serie di 5 sconfitte consecutive dopo una partenza 5-2; le critiche...ora anche i commenti sull'arrivo del wide receiver Randy Moss, che doveva essere l'arma segreta dei Titans e che invece fino ad ora è stato un non fattore: contro i Texans, non soltanto Moss ha registrato 0 ricezioni, ma per il secondo game di seguito non è stato preso in considerazione da Kerry Collins, rimanendo quindi ai magrini della offense. Una offense che è soltanto 29° sui passes., anche per l'instabilità nella posizione di quarterback, con 3 giocatori che si sono alternati, compreso il rookie quarterback Rusty Smith. Fisher ha dichiarato di voler terminare la sua carriera in Tennesse, ma forse Adams non sopportertà un'altra stagione deludente. Adams ha costruito il suo team attuale sul binomio fra il quarterback Vince Young e Jeff Fisher, ma questo rapporto non ha funzionato. Adams ama Young nonostante i problemi e, in caso di stagione negativa, potrebbe non avere problemi a scegliere il quarterback, allontanando Fisher per cercare un head coach in grado di gestire il suo pupillo. Fisher ha un career record di 142-118 ma in questo momento è arrivato al suo livello massimo di critiche ricevute nella sua lunga carriera NFL. Forse il preludio ad un cambio a fine stagione? Sarebbe una svolta storica per Tennessee. Comunque sia, se Fisher dovesse lasciare il Tennessee e voler continuare altrove, non dovrebbe avere problemi a ricevere altre offerte.

mercoledì 22 dicembre 2010

Il successore

Sul Seattle Times, Danny O'Neil fa un paragone fra la situazione attuale di Seattle e quella del 1991. Allora, i Seahawks erano alla ricerca del sostituto del loro franchise leader in career passing yardage. Nel 1991, ultima stagione di Dave Krieg come quarterback, Seattle stava cercando una soluzione per il futuro. Seattle aveva tradato per Kelly Stouffer nel 1988, aveva draftato Dan McGwire ed era partita con Jeff Kemp come backup di Krieg nel 1991. E quando, al termine di quella stagione, Krieg andò via per passare ai Chiefs, Seattle restò senza un valido sostituto. La ricerca di un quarterback per il futuro torna di moda a Seattle ora che bisogna trovare una soluzione per il dopo Matt Hasselbeck. Durante la scorsa offseason, Seattle ha tradato il backup quarterback Seneca Wallace a Cleveland, non ritenendolo la risposta adatta. I Seahawks hanno poi cercato il quarterback di Philadelphia, Kevin Kolb, per poi andare con Charlie Whitehurst, un backup ritenuto un potenziale starting quarterback. Tuttavia, niente è stato ancora definito. Nonostante i miglioramenti di Whitehurst, l'head coach Pete Carroll ha deciso di restare con Hasselbeck, dimenticando i problemi ed i turnovers avuti dal suo quarterback recentemente. Evidentemente, Carroll non ha ancora trovato un sostituto valido per Hasselbeck o forse la relazione fra Carroll e Hasselbeck è più forte dei 13 turnovers, 10 INTs e 3 fumbles , sofferti dal quarterback negli ultimi 4 games. Hasselbeck, dopo aver giocato 8 stagioni nella offense dell'head coach Mike Holmgren, sta ora giocando con il suo secondo playbook in 2 stagioni e questo potrebbe aver influito. Ma questa decisione di restare con Hasselbeck potrebbe essere figlia anche del fatto che Carroll non è convinto di Whitehurst. Carroll e l'offensive coordinator Jeremy Bates apprezzano Hasselbeck perché lo ritengono uno dei più intelligenti NFL quarterback in circolazione, cosa che permette loro di giocare con un ampio playbook. Tuttavia, la domanda è seria: ha senso continuare con un Hasselbeck in queste condizioni? Whitehurst ha avuto per ora una sola occasione in regular season contro i Giants quando, giocando al posto dell'infortuanto starter, completò 12 su 24 passes per 112 yards, 1 touchdown e 2 INTs. Entrato al posto di Hasselbeck domenica scorsa, quando Carroll aveva per un attimo perso la pazienza con il suo starting quarterback, Whitehurst ha passato per 83 yards in poco più di un quarto, correndo 3 volte per 10 yards, inclusa una corsa da a 6-yard su un 4°-e-4 di un touchdown drive. Certamente Hasselbeck ha dalla sua l'esperienza che a Whitehurst manca. Con Seattle ancora in corsa per i playoff, dimenticando i mugugni del pubblico, Carroll potrebbe decidere, come ha fatto, di continuare con Hasselbeck, ma allo stesso tempo dare spazio al suo backup in determinate situazioni. Un approccio quindi più bilanciato, con uno starter chiaro in Hasselbeck ma con più minuti per Whitehurst.

martedì 21 dicembre 2010

La terza parte

In una giornata caretterizzata da special team plays, dagli onside kicks di Philadelphia e Giants, all'errore del punter Matt Dodge che ha portato all'incredibile ultimo touchdown con cui gli Eagles hanno vinto 38-31; dagli errori del kicker Dave Carpenter che sono costati a Miami la sconfitta 17-14 contro i Bills, al ritorno dei Patriots su uno squib kick di Green Bay, molte sono state le giocate degne di nota. Una particolare attenzione lo merita lo special team dei Jaguars. I Jaguars hanno due ottimi specialisti nel fullback Montell Owens e nel wide receiver Kassim Osgood. Ritrovatosi free-agent al termine della stagione 2009, Osgood ha trovato ai Jaguars un contratto da 3 stagioni per $6.675 milioni per lavorare con lo special teams coordinator Russ Purnell. Contro i Colts, lo special team dei Jaguars ha eseguito una grande azione nel punt return del wide receiver Mike Thomas, riportato per 78 yards in touchdown nel 2° quarto. Ma ha anche prodotto due errori costosi: il primo con un muffed punt dello stesso Thomas in seguito ad una azione convulsa; il secondo, con un incredibile onside kick riportato per 41-yard dal linebacker dei Colts Tyjuan Hagler e trasformato nel touchdown che ha chiuso il game a 1:47 dal termine. I Jaguars erano sembrati preparati per l'onside kick del kicker Josh Scobee. Ma l'head coach dei Colts, Jim Caldwell, ha deciso di chiamare un timeout per innervosire i Jaguars. Scommettendo anche su un cambio di strategia nel tipo di onside kick, al momento del secondo kick di Scobee i Colts hanno avuto la meglio e Tyjuan Hagler ha segnato il touchdown. La linea dello special team dei Jaguars si è diretta tutta in avanti, ma è sembrata dimenticarsi del pallone o non accorgersi dell'arrivo di Hagler. Per ironia, i Jaguars sono stati battuti anche da questo timeout all'ultimo secondo chiamato da Caldwell, proprio lo stesso head coach accusato di aver fatto perdere i Colts nel precedente match fra i due teams nello scorso ottobre per un errore su un timeout a fine game. Questa volta un timeout ha cambiato il momentum dell'azione mandando in confusione i Jaguars, che per Montell Owens avrebbero ricoperto l'onside kick se i Colts non avessero stoppato il gioco: i Jaguars hanno deciso di cambiare la giocata, andando a destra ed Hagler ha preso il pallone.

lunedì 20 dicembre 2010

Buona la prima

No, non di chi pensate voi...di Tim Tebow forse parleremo più avanti. Il quarterback dei Redskins, Rex Grossman, ha fatto un buon lavoro con i suoi 4 touchdown passes contro i Cowboys, nonostante i 2 INTs e la sconfitta per 33-30. In totale, Grossman è stato 25-43 passing per 322 yards per un passer rating di 93.4. L'head coach Mike Shanahan ha avuto quindi ragione nel primo game, in merito alla sostituzione di Donovan McNabb. Tutti e 4 i touchdowns sono stati realizzati all'interno delle 20-yards line, dove Grossman ha dimostrato grande abilità e dopo lunghi drives, da 78 yards, 71 yards, 78 yards e 56 yards. Long pass, un paio di short passes, una corsa e la offense muoveva la palla. Grossman ha fatto quello che doveva fare: leggere le coperture e seguire automaticamente le progressioni stabilite dall'offensive coordinator, Kyle Shanahan. Anche lo stesso offensive coordinator, come detto Shanahan jr., ha quindi visto bene in questo primo game a volere fuori McNabb per Grossman. Anche a Chicago Grossman aveva avuto buoni momenti, contribuendo a portare la franchigia ad un SuperBowl, così non è soltanto una questione di qualità il problema dell'ex Florida, ma anche di continuità. Nei prossimi 2 games della stagione, Rex Grossman dovrà dimostrare di poter entrare ai camps per il 2011 con i galloni di starter dei Redskins per la prossima stagione. E' iniziata l'era Grossman a Washington? Presto per dirlo. Comunque ieri Grossman ha diretto bene la offense, centrando 6 receivers diversi. I 30 punti realizzati dai Redskins sono stati un season high ed il team non aveva un quarterback con più di 3 passing touchdowns in un game dal 2005. Se Grossman continuerà a giocare così, ne trarrà vantaggio anche Mike Shanahan, che potrà fortificare la sua posizione nella franchigia e la sua libertà nel modifcare il roster, cercandoi giocatori più adatti al proprio sistema ed al proprio modo di concepire il football.

domenica 19 dicembre 2010

Era nell'aria

Siamo arrivati al game day. Il backup quarterback Rex Grossman avrà dall'head coach di Washington, Mike Shanahan, la possibilità di essere nuovamente un NFL starter. Shanahan ha scelto l'ex Bears al posto del Pro Bowler Donovan McNabb, nominando Grossman starter negli ultimi 3 games della regular season e informando McNabb, che ha firmato un prolungamento di contratto lo scorso 15 novembre, che probabilmente non tornerà la prossima stagione. Anzi, ora come ora McNabb, 34enne, è dietro non soltanto al suo ex backup ma anche al No. 3 quarterback John Beck. L'offensive coordinator Kyle Shanahan ha sempre avuto più fiducia in Grossman che in McNabb. Alcuni reports indicano che Kyle avrebbe voluto fare questa scelta già 13 weeks fa. McNabb è reduce da una stagione non buona e chi è vicino alla situazione, secondo quanto riportato dal Washington Post, afferma che il veterano da 12 stagioni non è mai entrato penienamente nel playbook, avendo avuto problemi a leggere le coperture avversarie, producendo costosi delay-of-games e spendendo a vuoto i timeouts. Ci sono stati 13 games per valutare le performances di McNabb ed in questo periodo di tempo il quarterback non è stato la risposta che Washington voleva. McNabb ha anche subito alcuni sacks muovendosi male nel pocket e forzando a volte gli offensive tackles a cambiare la loro tecnica. Come ha scritto Sally Jenkins del Washington Post, forse Kyle Shanahan non è riuscito a costruire un playbook che sfruttasse le qualità di McNabb. Ma Kyle Shanahan vuole un quarterback che sia adatto alla sua offense e non viceversa. Grossman, 30 anni, ha giocato poco nelle ultime stagioni, ma chi lo ha visto in allenamento sostiene che effettivamente conosca meglio di McNabb questa offense. Grossman ha giocato sotto Kyle Shanahan nel 2009 a Houston ed i Texans correvano praticamente lo stesso sistema di Washington. La questione ora è chi abbia voluto McNabb a Washington, perchè sembra che Kyle Shanahan non abbia mai sostenuto l'arrivo di McNabb. Se questo fosse vero bisognerebbe capire perché il GM Bruce Allen abbia acquistato McNabb senza chiedere al nuovo offensive coordinator.

sabato 18 dicembre 2010

Tebow Time!

I tifosi di Denver potrebbero trovare sotto l'albero di Natale il regalo più atteso. L'era del quarterback Tim Tebow potrebbe cominciare contro Oakland. Lo starting quarterback Kyle Orton è infatti in dubbio causa infortunio. Tebow ha giocato la maggior parte degl snaps in settimana e l' interim head coach Eric Studesville, che aveva sostenuto per tutto il tempo che sarebbe stato Orton lo starter, ha ora alla possibilità di lanciare Tebow. Contro Orton gioca, oltre l'infortunio, il fatto che i Broncos sono 3-10 e che fans e media spingono per Tebow, intorno a cui sperano di costruire il team della prossima stagione. Alcuni hanno notato che l'esordio sarebbe difficile perché Tebow dovrebbe partire a Oakland ma questa è la NFL, dove i quarterback devono giocare game difficili in ambienti difficili e sotto pressione. Non c'è più l'head coach che ha voluto Tebow, Josh McDaniels, ma il quarterback potrebbe contare sull'appoggio di un altro membro della famiglia McDaniels: il fratello di Josh, Ben McDaniels, quarterback coach. Con la stagione ormai andata, nonostante le buone prove di Orton, il team potrebbe voler vedere Tebow all'opera per valutarne i progressi. Se Tebow giocasse bene, verrebbero riaperte le questioni su chi fra lui ed Orton dovrebbe essere lo stater nel 2011. Se dovesse giocare non a grandi livelli, i fans di Denver potrebbero criticare la franchigia per la scelta al draft, ma potrebbero anche decidere di rimandare il giudizio alla prossima stagione, quando Tebow avrebbe un nuovo coaching staff e forse un roster rinnovato con cui ripartire da 0...qualsiasi sia il risultato sul campo, questo periodo, co un team fuori dai playoff, è comunque l'ideale per sperimentare i giocatori su cui voler fare affidamento nel futuro prossimo. I Broncos avranno poi altri 2 games in casa , contro Houston e contro San Diego, per decidere eventualmente di far giocare Tebow in situazione ambientali migliori.

venerdì 17 dicembre 2010

Vita dura

I Redskins anno perso 3 games di seguito e 5 dei loro ultimi 6 games, sono virtualmente fuori dai playoffs e sono ultimi in total defense e 28° in scoring offense. L'head coach Mike Shanahan decide allora di tagliare il...punter. Hunter Smith, veterano da 12 stagioni, è soltanto l'ultima modifica nel roster effettuata da Shanahan in questa travagliata stagione che ha visto l'HC sospendere il suo giocatore più pagato; mettere sulla sideline il proprio franchise quarterback; tagliare, appunto, un giocatore per un play sbagliato. Smith, che era anche l'holder del team, è stato infatti tagliato per non aver gesitio uno snap alto in un PAT sul finire del game che i Redskins hanno perso contro Tampa 17-16: Smith paga quindi anche per la offense di Shanahan, che arriva a first-and-goals dalle 8-, 6-, 5- e 2-yard e segna soltanto 2 touchdowns. Al posto di Smith, il nuovo punter e forse anche holder è Sam Paulescu, ex Oregon State che ha già puntato per Redskins, Denver Broncos, Dallas Cowboys e Buccaneers.

martedì 14 dicembre 2010

Hey Greg!

In questo periodo della stagione cominciano i discorsi sui possibili nuovi head coach per il 2011. Vengono fuori i nomi dei soliti noti, Bill Cowher, Jon Gruden, Brian Billick e viene fuori anche la lista di assistant coach o interim head coach ritenuti pronti al grande salto, come Russ Grimm, offensive line coach di Arizona; Leslie Frazier, interim head coach di Minnesota; o Dom Capers, offensive coordinator di Green Bay, per citarne alcuni. Ma c'è un altro nome segnalatosi in questo 2010 che non è entrato ancora nel grande giro dei dibattiti di analisti e fans e che sarebbe invece da considerare. Forse non è ancora pronto. Però vale la pena studiarlo da vicino. Si tratta di Greg Olsen, offensive coordinator di Tampa. Promosso prima della scorsa stagione per sotituire il licenziato Jeff Jagodzinski, Olson ha guidato nel 2009 una offense che è progredita dal 2008. Le stats non sono state da offense di primo livello, ma il lavoro di Olsen è risultato notevole se si pensa che è entrato in carica 10 giorni prima dell'inizio della stagione 2009 e che doveva guidare un'unità reduce da una stagione nella quale aveva segnato 14 punti o meno in metà dei games di un'annata chiusa sul 3-13. Nel posto dove Joe Gibbs, futuro head coach capace di vincere 3 Super Bowls, finì ultimo in total offense nella sua unica stagione da offensive coordinator, Olsen ha contribuito questa stagione al radicale tournaround del team edizione 2010, giocando con un 22enne quarterback, un rookie tailback, un rookie defensive end che gioca come fullback, 2 rookie wide receivers ed una rookie left guard. Una offense fatta di gioventù e talento, dove Olsen chiama tendenzialmente più pass plays che runs, anche se l'OC sostiene che il suo primo obiettivo è quello di stabilizzare le runs. Tampa varia molto i suoi set, passando da giocare con 2 tight end set a farlo con 5 wide receiver. Olsen che ha mostrato fiducia nei suoi ragazzi, chiarendo le cose dall'inizio: la scorsa stagione, ad esempio, due quarterbacks veterani come Byron Leftwich e Luke McCown combattevano per la posizione di starting quarterback. Questa stagione invece ci sono un chiaro No. 1 in Josh Freeman ed un chiaro No. 2 in Josh Johnson. Olsen è esperto di quarterbacks, avendo lavorato con Drew Brees ai Rams e con Jeff Garcia nel 2001 ai 49ers, in una delle sue stagioni più produttive. Un Olsen quindi che è finito al posto giusto nel momento giusto.

Errori di Gano

Proprio nello week in cui il loro ex kicker, Shaun Suisham, ora con i Pittsburgh Steelers, segna 3 field goals, gli Washington Redskins si trovano a perdere un game per un extra point fallito che avrebbe portato all'OT. Invece lo snap del long snapper Nick Sundberg sfugge all'holder Hunter Smith e Washington perde 17-16 contro Tampa Bay. Indipendentemente dalle accuse mossesi dall'holder, che si è lodevolmente autoaccusato per non far ricadere le colpe sui più giovani long snapper e kicker, quel che è da sottolineare è la stagione fino ad ora infelice proprio del kicker Graham Gano. Durante il riscaldamento prima del game contro Tampa Bay, Gano ha detto di essersi sentito in forma ed ha prodotto dei buoni kicks nonostante il freddo e la pioggia abbattutesi sul FedEx Field. In partita però, le sensazioni positive del riscaldmento sono ben presto svanite e Gano ha mancato 2 field goals nel primo tempo, uno da 34-yard e l'altro da 24-yard. Il field goal da 25-yard realizzato prima della fine del primo tempo ha soltanto in parte mitigato la situazione. L'head coach dei Redskins, Mike Shanahan, ha detto che il team non rilascerà il kicker, nonostante Washington non sia tradizionalmente clemente con chi sbaglia i calci e nonostante Gano sia soltanto 22 su 32 nei field goals questa stagione. Gano, che ha un salario base di $395,000 questa stagione, è alla sua prima stagione completa nella NFL, ma sa come funzionano le cose per i kicker e che prestazioni come quella dello Week 10, quando Gano con un field goal da 48-yard dette ai Redskins la vittoria 19-16 contro i Tennessee Titans all'LP Field, vengono presto dimenticate.

lunedì 13 dicembre 2010

Sul caso di Brian Schottenheimer

Il nome dell'offensive coordinator Brian Schottenheimer è cominciato da tempo a circolare come possibile head coach NFL. Brian Schottenheimer ha una reputazione costruita nel 2006, quando aiutò i modesti Jets a postare un record di 10-6 e a raggiungere i playoff sotto l'allora head coach Eric Mangini. Dopo il licenziamento di Mangini, i Jets affidarono la loro offense a Schottenheimer, che la scorsa stagione è riuscito a far risorgere dalla sua non ottimale stagione da rookie il quarterback Mark Sanchez, arrivando fino all'AFC Championship game. Schottenheimer, soltanto 36 anni, è stato già intervistato per la posizione di head coach da Dolphins e Ravens e, dopo che i Jets hanno decisio di andare con Rex Ryan al posto di Mangini, Schottenheimer ha comunque deciso di restare a lavorare con il nuovo head coach, rifiutando l'offerta per diventare HC a Buffalo. La domanda è: Schottenheimer è pronto per diventare un head coach? Analizziamo la situazione. Una volta conosciuto come pass-happy play-caller con un playbook ricco di pre-snap motions, dalla scorsa stagione Schottenheimer è diventato un run-first coordinator. Questa non è stata una scelta soltanto filosofica, ma anche dettata da alcune situazioni. Nel 2009 infatti il quarterback Mark Sanchez chiese a Schottenheimer di rendere più semplice la sua complicata offense (un sistema fra l'altro a 2 cifre, nelle quali Schottenheimer identifica il numero di running backs e tight ends in ogni play. Un "21" ad esempio è una formazione con 2 running backs ed 1 tight end, cui Schottenheimer aggiunge il nome, college o mascot della scuola del wide receiver che sarà coinvolto nel gioco). Dopo
i molti turnovers di Sanchez, l'head coach Rex Ryan dichiarò di voler avere un ruolo maggiore nel play-calling e per questo i Jets vennero trasformati in una run-heavy offense. Tuttavia, chiamare i plays è ancora responsabilità di Schottenheimer, criticato nel 2010 per essere stato troppo aggressivo con Sanchez, chiamando troppi passes per un rookie, con il risultato di contribuire ai 20 INTs del quarterback. Ma anche in questa stagione l'offensive coordinator è stato spesso al centro delle critiche. Certamente non è facile evitarle in una città dove i media fanno una grande pressione, Ma è anche corretto dire che Schottenheimer ha preso in stagione alcune decisioni discutibili. Tendenzialmente, Schottenheimer sembra a suo agio, producendo buone scelte, quando gioca un playbook semplice, più adatto alle caratteristiche della offense dei Jets. Appena invece decide di complicare le cose, la offense incontra enormi difficioltà. Nello Week 1 in questa stagione, l'OC è stato criticato per non aver chiamato più passaggi downfield nella sconfitta contro Baltimore. Dopo la sconfitta con i Ravens, lo stesso Sanchez ha chiesto a Schottenheimer di semplificare (ancora una volta) il playbook: in quel game, Sanchez aveva 2 opzioni fra cui scegliere in ogni play e doveva decidere la migliore in base a quello che vedeva sulla linea di scrimmage. Troppo per Sanchez, che ha richiesto di avere soltanto una chiamata per gioco. Inoltre, dopo il primo game, una mezza dozzina di plays sono stati elimintati dal playobok di ogni singolo game. Tuttavia, indipendentemente dalla complessità della offense e dalla tendenza a complicare le cose dell'offensive coordinator, restano i problemi anche in relazione ad alcune singole chiamate effettuate in stagione da Schottenheimer. Come contro i Dolphins, quando è stata giocata una Wildcat in un 4°-e-2 contro il team che meglio di tutti conosce questa offense. E' chiaro che Sanchez, il quarterback franchigia, non sta giocando bene, avendo lanciato 1 touchdown e 5 INTs negli ultimi 3 games, dietro una offensive line inguardabile e completando soltanto il 53 percento dei suoi passes in questa stagione, ma anche le scelte di Schottenheimer fanno discutere.

domenica 12 dicembre 2010

Puntare al freddo

Arriva il freddo e le condizioni climatiche diventano gravose per chi è chiamato a puntare all'aperto. Buffalo, Cleveland, Green Bay, Chicago i campi a rischio per i punters, ma certe giornate rendono difficile il loro lavoro anche a Denver, Philadelphia, Pittsburgh o New York. Quando in condizioni complicate risulta difficile smuovere il pallone e le partite diventano chiuse, con la battaglia per le posizioni di partenza dei drives a risultare ancora più importanti del solito, avere un punter uso a queste condizioni può spesso fare la differenza. A Buffalo, Brian Moorman è uno dei 2 punters, con Shane Lechler di Oakland, inserito nell'NFL's all-decade team per gli anni 2000. Moorman è uno dei migliori punters della lega e lo è puntando nelle condizioni spesso impossibili dell'Orchard Park. Spesso c'è anche il vento a condizionare i punts: il punter dei Jets, Steve Weatherford, ha calciato un punt per 12 yards contro i Patriots. Weatherford, ai Jets dal 2009, è 5° nella NFL in net yards per punt con una media di 39.5 yards, ed ha comunque dimostrato di essersi adattato bene al football di dicembre. Tim Masthay, alla prima stagione con Green Bay, ha avuto una media in net yards di 33.0 in condizioni climatiche difficili contro San Francisco. Jeremy Kapinos è il nuovo punter degli Steelers, dove ha sostituito l'infortunato Daniel Sepulveda. Kapinos ha puntato 66 volte per Green Bay la scorsa stagione con una media di 43.8 yards per punt. La sua esperienza nel puntare in condizioni estreme lo hanno fatto preferire a Ricky Schmitt.

sabato 11 dicembre 2010

Jim Who?

I Carolina Panthers sono alla ricerca di un nuovo head coach. Perché l'epoca di John Fox come HC in Carolina è finita. Per sostituire Fox, non è detto che i Panthers escano dal circuito NFL. Ci sono molti coordinator o assistant coaches, come sempre, pronti in rampa di lancio al termine della stagione per diventare head coach. Ma il general manager Marty Hurney e l'owner Jerry Richardson potrebbero rivolgersi al mercato dei colleges. E qui, il nome più hot è quello dell'head coach di Stanford, Jim Harbaugh. In realtà, il nome di Jim Harbaugh viene accostato a molti teams in cerca di un head coach. Come è il caso dei San Francisco 49ers, con molti giornalisti della Bay Area che stanno spingendo il suo nome come sostituto dell'HC Mike Singletary nella prossima stagione. Harbaugh ha avuto successo a Stanford, è giovane ed allena il quarterback Andrew Luck, considerato da molti una furuta star nella NFL. Molti furono sorpresi quando Jim Harbaugh venne ingaggiato da Stanford provenendo un piccolo programma come quello della University of San Diego. Harbaugh però aveva postato un record di 29-6 alla sua prima esperienza come college head coach ed aveva trasformato un semi-sconosciuto quarterback della Bay area, Josh Johnson, in una scelta del draft NFL. Ora, il salto dal college alla NFL non è facile per gli head coaches: Nick Saban, Bob Petrino, Steve Spurrier sono i nomi dei più recenti insuccessi nella transizione. Jim Harbaugh ha qualche esperienza nella NFL, anche se limitata alla posizione di assistant coach di Oakland nel 2002 e nel 2003. Tuttavia, Harbaugh è stato per 14 stagioni nella NFL come quarterback. Harbaugh non è mai stato un super Qb ma nel 1995 è stato scelto per il Pro Bowl. Per permettere una più facile passaggio dal college alla NFL, sarebbe bene che chi decidesse di puntare su Harbaugh lo conoscesse bene e mettesse a disposizione un roster adatto al suo modo di concepire il football. Dal punto di vista del sistema, Harbaugh corre una pro-style offense, cioè una offense bilanciata con una offensive line abile ad aprire i gap per le corse ed a bloccare per i passes ed un Qb che deve saper decidere. Cresciuto alla scuola dell'head coach Bo Schembechler, Harbaugh basa la sua offense su un un forte running game, per poi aprire il gioco sui passes. Stanford ha circa 350 plays nel playbook: molti sets; poco uso dello stesso play due volte di seguito; una offense imprevedibile e difficile da stoppare. Nelle ultime 2 stagioni a Stanford, Harbaugh è 19-6, con un bowl game da giocare. Harbaugh è uno dei migliori reclutatori del Paese, così anche se la NFL è diversa dal college, non possiamo dire che non conosca i giocatori. Harbaugh sembra anche in grado di assemblare buoni staff: così è accaduto a Stanford, dove una pessima defense finita 69° nella nazione in punti concessi è stata trasformata dopo che Harbaugh ha ingaggiato Vic Fangio, un assistant coach di suo fratello John, head coach dei Baltimore Ravens, per diventare defensive coordinator. Harbaugh è considerato un player- coach ed un grande motivatore e queste sono cose importantissime a livello NFL.

venerdì 10 dicembre 2010

La offense di Garrett

Qualcosa è cambiato a Dallas. Negli ultimi 8 games della gestione come head coach di Wade Phillips, Dallas ha cercato 81 rushes nei primi downs- il numero più basso di tentativi fra i teams NFL in questo periodo di tempo. Negli stessi 8 games, Dallas ha lanciato 144 volte - più di ogni altro team. Dall'arrivo del nuovo head coach, Jason Garrett, i Cowboys, negli ultimi 4 games, hanno corso 63 volte nei primi downs, cercando soltanto 47 passes. Ex No. 3 quarterback nel 1993 proprio con i Dallas Cowboys, Jason Garrett è cresciuto alla scuola dell'head coach Jimmy Johnson e degli altri head coaches per i quali ha giocato, come Norv Turner, Ernie Zampese, Sean Payton e Jon Gruden, oltre che a quella di Nick Saban quando era un suo assistant coach. La scelta attuale di Garrett, come head coach, è una enfasi del gioco sulle corse, segnalata dalle scelte nei primi downs. Le giocate nei primi downs sono importanti per capire la filosofia della offense di un team, perché in queste situazioni, specialmente ad inizio partita, la scelta non dipende dalla situazione, da quello che è stato fatto nei downs precedenti. Il risultato è stato un guadagno medio di 3.8 yards per corsa nei primi downs, lo stesso degli ultimi 8 games con Phillips. Il cambio di filosofia sembra quindi essere dettato da altre motivazioni più che dai risultati. La prima è la possibilità, attraverso le corse, di controllare il gioco e mangiare il tempo. La seconda è la perdita dello starting quarterback Tony Romo e la sostituzione con il backup Jon Kitna, che avrebbe indotto Garrett ad essere più conservativo. Un sistema dove comunque anche Kitna fa la sua parte nelle corse: il quarterback in totale ha corso 23 times per 102 yards nei suoi 6 games come starter. Ed il gioco sulle corse ha aiutato Kitna a diventare negli ultimi 4 games uno dei quarterback più precisi della NFL, con un 69.3 per cento di completi. La filosofia di Garrett come head coach è stata quella di adeguarsi alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Per questo Garrett ha installato una offense maggiormente basata sulle runs che porta le defenses avversarie a rispettare il gioco di corse dei Cowboys. Un cambio che sembra dare dei frutti.

giovedì 9 dicembre 2010

Urban Meyer lascia

L'head coach di Florida, Urban Meyer, ha annunciato, per la seconda volta in due stagioni, le sue dimissioni dal programma. Meyer allenerà il suo ultimo game per Florida il prossimo 1° gennaio,nel l'Outback Bowl contro Penn State a Tampa. Il 46enne coach che ha guidato i Gators a 2 national championships si era già dimesso lo scorso dicembre per motivi di salute. Poi era tornato indietro. Stavolta la decisione sembra più ponderata. Meyer ha chiamato l'athletic director di Florida, Jeremy Foley, sabato scorso per annunciare la sua decisione. Meyer che aveva firmato una estensione per 6 stagioni da $24 milioni nel 2009, rinuncia a circa $20 milioni di salario garantito. Foley ha comunque deciso di pagare a Meyer l'$1 milione del precente accordo dovuto al coach se fosse rimasto al suo posto fino al 31 gennaio 2011. Lo stress di un lavoro che assorbe il 100 per cento di una persona non ha dato pace a Meyer, nonostante il fatto che l'head coach avesse, proprio per combattere questo stress, delegato molte responsibilità al proprio staff in questa stagione. Ma il nuovo metodo Meyer non ha funzionato: Florida, alle prese con la prima stagione senza il quarterback Tim Tebow, alla seconda senza l'offensive coordinator Dan Mullen, ha visto la propria defense, nella top five della nazione in punti concessi nelle scorse 2 stagioni, finire 31° alla sua prima stagione senza il defensive coordinator Charlie Strong; ha conluso 7-5, perdendo contro South Carolina 36-14 in casa il 13 novembre nel game che è costato ai Gators il SEC East championship; ha perso 31-7 da Florida State, prima sconfitta contro i Seminoles in 7 stagioni. Meyer lascia come uno dei più grandi head coaches di sempre; non soltanto i due national titles ma anche 4 BCS bowl vinti ad appena 46 anni ed una percentuale di vittorie di .816 nonostante abbia lavorato anche in programmi non di prima fascia come Bowling Green e Utah. Chiaramente la stampa americana si chiede se, visto che Meyer aveva deciso di restare in famiglia più a lungo già nella scorsa stagione, non fosse stato il caso di insistere nel ritiro già dalla fine del 2009, senza rovinarsi il record. Comunque, ora che Urban Meyer lascia, Florida deve trovare un nuovo head coach, ed uno in grado di convivere con l'ombra del predecessore. Fra le prime ipotesi che circolano ci sono:

Dan Mullen: forse uno dei primi nomi cui l'athletic director Jeremy Foley potrebbe pensare. Un ritorno di Mullen dopo 2 grandi stagioni come head coach a Mississippi State.

Charlie Strong: come Mullen, Strong è un ex Florida, ex assistant coach che ha fatto bene come head coach a Louisville. Strong potrebbe riportare a grandi livelli la defense di Florida ed è un ottimo reclutatore.

Chris Petersen: un head coach che si è fatto notare a livello nazionale per il suo lavoro a Boise State.

Jon Gruden: analista del "Monday Night Football," Gruden è stato accostato alla University of Miami, ma ha rifiutato ogni ipotesi sostenendo di voler restare con ESPN. Non è detto che una offerta da Florida non faccia cambiare idea all'ex head coach dei Tampa Bay Buccaneers, anche se ci potrebbe essere concorrenza da altri teams NFL.


mercoledì 8 dicembre 2010

Haley gioca il 4°-down

Ancora un play sul 4°-down. Per l'head coach di Kansas City, Todd Haley, non è una novità. I Chiefs sono andati per il 4°-down 18 volte in questa stagione, convertendone 8. I Chiefs hanno fallito un 4°- and goal nel 3° quarto nella vittoria 10-6 contro Denver. Avanti 10-3, i Chiefs erano ad un 4°-and-goal dalle 2-yards di Denver: invece di cercare un vantaggio di 10-punti con un field goal, Haley ha deciso di giocare il down risultato poi un sack subito dal quarterback Matt Cassel ed in 0 punti per i Chiefs. Haley ha mancato conversioni da 4°-down anche nelle sconfitte contro Colts, Texans e Raiders. Contro i Jaguars, i Chiefs erano sulle 24-yard a 11 minuti dal termine del game in vantaggio 28-20. Molti avrebbero optato per un filed goal da 41-yard del kicker Ryan Succop. Invece Todd Haley ha giocato il 4°-down con una run del running back Jamaal Charles che ha perso una yard ed ha ceduto quindi il pallone a Jacksonville. Nella vittoria 16-14 a Cleveland, i Chiefs hanno giocato un 4°-and-1 dalle 36 dei Browns a 2 minuti dal termine. al posto di un punt. Solitamente, si gioca in situazioni di 4°-down in determinate circostanze. Invece Haley sembra giocare i 4°-down indipendentemente dalla situazione, per sorprendere gli altri team. A volte le scelte di Haley sembrano appunto seguire la situazione contingente, come nel 2° quarto del game di domenica, quando i Chiefs hanno avuto un altro 4°-and-5 sulle 33 di Denver. Il vento rendeva difficile un field goal da 50-yard field goal, così Haley ha chiamato il punter Dustin Colquitt, per un punt arrivato alle 7-yard dei Broncos. Ma in generale, i plays di Haley sono sorprendenti, anche se potrebbe esserci una strategia che vada oltre l'effetto sorpresa o la situazione del momento. E' stato giustamente notato come l'essere più aggressivi nei 4° downs dia una possibilità in più nel giocare il proprio drive offensivo. Questo rende il playbook più vatio ed aperto nei 3° downs. In situazioni di 3° downs i passes non sono quindi più così ovvi perché si può correre e giocare il down successivo, dato che l'altro team non sa cosa i Chiefs andranno a fare nei 4° downs.

martedì 7 dicembre 2010

Pitt firma Kapinos

Gli Steelers hanno provato l'ex punter di Penn State, Jeremy Kapinos e Ricky Schmitt, un game giocato nella NFL come kicker per i San Francisco 49ers la scorsa stagione, per sostituire l'infortunato punter Daniel Sepulveda. La scelta degli Steelers è caduta su Kapinos, secondo quanto riportato dal Post-Gazette. Kapinos ha una media di 43.8 yards per Green Bay la scorsa stagione, nella quale ha calciato 66 volte. Kapinos è stato un 3°-team All-American a Penn State nel 2006. Sepulveda, che è anche l'holder del team, era 7° nella NFL in media nei punts (45.5 yards) e 9° in media netta (39.1). Sepulveda si è infortunato al ginocchio all'M&T Bank Stadium mentre cercava di fare un tackle sul punt return da 35-yard del cornerback di Baltimore, Lardarius Webb.


Licenziato McDaniels!

I Denver Broncos hanno licenziato l'head coach Josh McDaniels dopo la peggior stagione condotta fino ad ora dalla franchigia in 4 decadi. Il running backs coach Eric Studesville sarà l'interim head coach per la parte finale della stagione mentre resta l'intero staff, incluso il fratello di McDaniels, Ben, come quarterbacks coach. Studesville, 43 anni, è alla sua prima stagione a Denver dopo aver allenato i running backs a Buffalo nel periodo 2004-09 ed essere stato, con lo stesso ruolo, nel periodo 2001-03 ai New York Giants. La carriera da coach NFL di Studesville è cominciata nel 1997 con i Chicago Bears, dopo 6 stagioni al college. McDaniels è stato convocato negli uffici di Pat Bowlen verso le 16 ed è stato informato della decisione dall'owner e dal suo uomo di fiducia, Joe Ellis. Fine delle speculazioni sul futuro di McDaniels. Fine della possibilità di far giocare il rookie quarterback Tim Tebow sperando di salvare il posto con una operazione di marketing che rendesse il finale di stagione più appetibile per i fans e con una operazione tecnica proiettata verso la prossima stagione. Quando McDaniels è arrivato, Denver era un team che necessitava di freschezza e di ricostruzione dopo 14 stagioni sotto l'head coach Mike Shanahan. McDaniels va via da Denver dopo 2 stagioni, 28 games, un record totale di 11-17 raggiunto dopo una partenza 6-0 e con un team ed una franchigia senza una identità precisa. L'owner Pat Bowlen sembrava intenzionato almeno a terminare la stagione con il suo head coach in carica ma ha cambiato idea dopo che il suo team è stato ufficialmente eliminato dalla corsa ai playoff con un record di 3-9. La sua decisione viene incontro alle richieste dei fans, che volevano la testa di McDaniels dallo scorso 17 ottobre, quando i Broncos persero di 45 punti in casa contro Oakland. Fra le cose che si imputano a McDaniels: le trade del wide receiver Brandon Marshall, del running back Peyton Hillis e del tight end Tony Scheffler; il passaggio ad una 3-4 defense che ha fallito; lo scarso utilizzo di Tebow; la trade della scelta No. 1 al draft 2010 per prendere il cornerback Alphonso Smith al secondo giro del draft 2009 --per poi cedere lo stesso Smith in questa stagione. Il recente scandalo del videotape ha aggiunto imbarazzo ad una franchigia in difficoltà. Bowlen pagherà a McDaniels $3 milioni per la sua parte rimanente di contratto per non allenare i Broncos. E dovrà anche trovare un nuovo head coach. Subito è partita la ridda di nomi dei possibili sostituti di McDaniels per la prossima stagione. Per gli analisti americani sembra difficile che Bowlen voglia affidarsi ad un head coach dall'alto salario e questo escluderebbe head coaches come Bill Cowher, Jon Gruden o l'attuale head coach, in scadenza di contratto, dei Carolina Panthers, John Fox. Uno dei nomi più gettonati negli ultimi tempi per un salto fra i pro è quello dell'head coach di Stanford, Jim Harbaugh, al quale però starebbe arrivando una grossa offerta per restare con il college. Altro nome menzionato e proviente dal college è quello dell'head coach di Air Force, Troy Calhoun, ex assistant coach con i Broncos che ha anche lavorato con i quarterbacks a livello NFL e potrebbe sviluppare Tebow. Viene citato anche Mike Leach, ex head coach di Texas Tech, visto che Bowlen ha una storia di ingaggio di offensive head coaches. Brian Billick, ex head coach dei Baltimore Ravens e Darrell Bevell, offensive coordinator di Minnesota, potrebbero essere altre opzioni. Se Bowlen vorrà invece un defensive head coach, il defensive coordinator dei Chargers, Ron Rivera, è fra i primi della lista.

domenica 5 dicembre 2010

Dentro la NFL: parlando con Chris Kluwe

Dentro la NFL, dentro la vita nello special team. Chirs Kluwe, punter di Minnesota, scelto da USA Today come All-America al college come senior, finalista del Ray Guy Award, il premio per il miglior punter della NCAA, sempre nella stagione da senior a UCLA, ci parla della vita di un punter nella NFL. A Minnesota come undrafted rookie dal 2005 dopo essere stato rilasciato dai Seattle Seahawks alla fine del training camp, Kluwe è uno dei migliori specialisti della NFL. Grazie a Chirs per la gentilezza nel rispondere.

1 - Chris, puoi presentarti, parlare della tua storia e del tuo apprroccio al puntare?

1. Il mio nome è Chris Kluwe e sono il punter dei Minnesota Vikings. Ho giocato a football per circa 15 anni; 4 anni nella high school, 5 anni al college, e 6 anni finora nella NFL. Originariamente ho giocato a baseball e calcio crescendo da bambino, ed una volta che sono andato alla high school ho avuto bisogno di un altro sport da fare in autunno perché non potevo fare il baseball o il calcio in quel periodo (il calcio lo giocavamo in inverno, il baseball in primavera). Ho pensato che, dato che potevo calciare un pallone da calcio abbastanza lontano, sarei stato abile a fare la stessa cosa con un pallone da football, così ho fatto una prova per il team e sono diventato il titolare. Ho fatto pratica per un pò e sono stato presente a diversi kicking camps, dove i miei istruttori mi dicevano che se avessi lavorato duro sulla mia tecnica e forma, avrei avuto una chance di giocare al college e forse nella NFL. Pensai che non c'erano molti lavori migliori del puntare nella NFL, così mi sono applicato per questo ed ho deciso di diventare il miglior punter che potevo. Questa impostazione mentale mi ha permesso di avere successo nella NFL, ed ho intenzione di calciare per molti anni ancora.


2 - Come gestisci la pressione di essere un punter nella NFL? Intendo dire: anche se sei uno dei 10 punters più pagati nella NFL, punters e kickers svolgono un lavoro che è il più insicuro della NFL...

2. Semplicemente non devi pensare alla pressione. Ho la massima fiducia nelle mie qualità e nel fatto che il tempo che ho passato ad allenarmi mi permette di avere successo, così entro sempre in campo con l'idea che andrò a colpire ogni volta un grande punt. Probabilmente la cosa più difficile che ho dovuto imparare è stata quella di dimenticare i brutti punts e non concentrarmi sul passato, perché se lo fai sei quasi certo di sbagliare il successivo punt. Tutti hanno un brutto punt di tanto in tanto, ma se puoi andare avanti e far bene l'altro 95% delle volte, sarai in grado di giocare per un bel pò. Tuttavia, devi essere perfetto quasi sempre, perché come hai detto, c'è veramente poca comprensione, verso kickers e punters, per gli errori . L'errore occasionale è permesso, ma fallo spesso e sarai alla fine senza lavoro.


3 - Ancora sul tuo lavoro: la gente dà per garantito che punters e kickers facciano il loro lavoro. Non sanno che esistono punters e kickers fino a quando non fanno errori...come gestisci questa situazione? Come gestisci il fatto di essere sotto l'occhio attento dei fans soltanto nel momento in cui fai errori?

3. E' allo stesso tempo una cosa buona e negativa: da una parte non hai a che fare con l'attenzione esagerata cui sono sottoposti altri giocatori ma, dall'altra parte, tutti commentano se sbagli. Per qualche ragione, la gente pensa che calciare un pallone da football (che si tratti di field goals o di punts) sia in qualche modo un lavoro facile che tutti possono fare, e che noi dovremmo fare perfettamente ogni volta. Ora, concesso che molti di noi sono bravi abbastanza nel fare questo e che raramente commettiamo errori, è però da sottolineare il fatto che, dato che non siamo in campo molto spesso, ogni errore che facciamo viene ingigantito. Un giocatore offensivo o difensivo di solito gioca circa 35-45 plays per game, così se commette un errore in un play ha una chance di correggerlo. Solitamente ci sono soltanto 4-5 punts e 2-3 field goals per game, così i nostri erorri si notano di più. In definitiva, devi essere bravo a maneggiare l'attenzione se fai un errore, perchè tutti faranno un erorre prima o poi, così il modo in cui maneggi la questione alla fine determina quando a lungo resterai nella NFL.


4 - Quali sono secondo te i migliori punters nella NFL?

4. Penso che Mike Scifres dei San Diego Chargers sia veramente bravo così come Shane Lechler degli Oakland Raiders. Anche Brad Maynard dei Chicago Bears è veramente un buon punter che non ottiene i riconoscimenti che merita; i suoi numeri non sono i migliori ma ha giocato 8 anni a Chicago, che è uno dei peggiori stadi dove puntare (a causa del vento e delle condizioni meteorologiche) ed ha tenuto una media di punting molto solida. Mi piace pensare di essere anche io fra i migliori, ma soltanto il tempo lo dirà :)

5 - Puoi darci un esempio della tua settimana tipo di lavoro? Quando e quanto ti alleni nei punts?

5. Alla high school puntavo 4 giorni a settimana duante la stagione, e 3 giorni a settimana durante la offseason perché avevo bisogno di molta pratica. Al college puntavo 3 giorni a settimana durante la stagione e 3 giorni a settimana durante la offseason, ed ora che sono nella NFL, generalemente punto 1-2 volte a settimana durante la stagione e 2-3 volte a settimana durante la offseason in base a come si sentono le mie game. Pian piano che invecchi, il tuo corpo comincia ad andar giù di forma più rapidamente, così devi essere sicuro di non perdere la gamba, ma allo stesso tempo hai bisogno di essere certo di allenarti abbastanza da mantenere le tue abilità. In termini di calci colpisco circa 10 palloni per scaldarmi, poi ne colpisco 20 circa per lavorare su long field/directional punting, e poi finisco con 10-15 +50 punts dove mi alleno a puntare dentro le 20 yard. Una volta che è conlcusa la stagione, mi prendo circa 2 mesi di riposo dal punting per far recuperare il mio corpo, e poi ricomincio tutto da capo per la stagione seguente.


6 - Riguardo al tuo playbook: il tuo primo compito è di fare il punt: cosa accade se, per esempio, il pallone esce male dal tuo long snapper?

6. Non ho realmente un playbook di per sé, è più una questione di mandare la palla dove voglio che vada (di solito a destra o a sinistra verso le sidelines per aiutare il nostro coverage team). Se lo snap non esce bene il mio compito è di metterlo in campo ed essere sicuro di prendere il calcio, ma per fortuna il mio longsnapper è molto bravo in quello che fa ed abbiamo avuto soltanto 1 o 2 brutti snaps in 6 anni che lavoriamo insieme.


7 - Chris Kluwe nel tempo libero: cosa fai, cosa ti piace fare? La tua vita...

7. Ho diversi hobbies che occupano il mio tempo libero, compresi: leggere libri (soprattutto di fantascienza e fantasy), giocare ai video games (ho tutti i 3 sistemi ed un PC), collezionare e dipingere miniature (gioco sia a Warhammer 40k che a Warmachine), scrivere canzoni e suonare con la mia band (ci chiamiamo Tripping Icarus, ci puoi trovare su Facebook come Tripping Icarus), passare il tempo con mia moglie e con le nostre due figlie (una di 2 anni e mezzo, l'altra quasi di 2 mesi), ed in generale fare qualsiasi cosa penso mi diverta :)

venerdì 3 dicembre 2010

Kicker news

L'ex kicker di Pittsburgh, Jeff Reed, ha firmato con i 49ers dopo essere stato rilasciato dagli Steelers nello Week 11 di una stagione in cui ha mancato 7 su 22 field-goal. Per sostituire l'infortunato kicker Joe Nedney, i 49ers hanno quindi preferito Reed a Shane Andrus, rilasciato dopo aver mancato 2 su 4 field-goal nel Monday night contro Arizona. I Detroit Lions hanno messo il kicker Jason Hanson nella injured reserve list dopo l'infortunio subito al ginocchio. Dave Rayner resta qundi al momento come il nuovo kicker del team.

mercoledì 1 dicembre 2010

Tebow or not Tebow?

Nel football si parla spesso di aggiustamenti. Aggiustamenti fra game e game o aggiustamenti a game in corso. Nel 2009, dopo una partenza 6-0, i teams avversari si aggiustarono alla offense ed alla 3-4 defense dei Broncos, che chiusero la stagione 2-8. Nel 2010, i Broncos hanno mostrato di non essere in grado di produrre aggiustamenti in-game tanto nella offense quanto nella defense. Tutto questo preambolo per arrivare alla questione di un aggiustamento che a Denver aspettano da tempo e che l'head coach Josh McDaniels sta ritardando: quello dell'utilizzo con continuità del rookie quarterback Tim Tebow. La stessa decisione di draftare Tebow nel primo round dello scorso draft a costo di 3 scelte era stata ritenuta dagli analisti come la decisione che avrebbe determinato, in base al successo dell'ex Gators, il successo e la permanenza di McDaniels a Denver. Ma McDaniels è ora a rischio oltre questa decisione, per il record di 5-16 prodotto negli ultimi 21 games, per alcune decisioni discutibili sul roster e per lo scandalo del videotape. Resta tuttavia irrisolta anche la questione Tebow. In recenti dichiarazioni, l'owner Pat Bowlen ha dichiarato che questa stagione è stata deludente e che ogni questione relativa a McDaniels sarà valutata al termine della stagione medesima. In condizioni normali, Tebow sarebbe un rookie che resta sulla sideline una stagione prima di giocare nella prossima o nel 2012. Ma queste non sono condizioni normali. E Tebow, con l'hype con cui è entrato nella NFL, non è un rookie normale. Domenica, durante il game Broncos-Rams, molti fans hanno abbandonato lo stadio, già non esaurito, durante la partita, con i Rams avanti 33-13 in una incontro poi vinto da St. Louis 36-33. Quindi, se da un punto di vista tecnico la sostituizione dello starting quarterback Kyle Orton non ha molto senso, dato che Orton sta avendo una ottima stagione con 3,370 passing yards, da altri punti di vista lo avrebbe. Tebow fin qui ha giocato soltanto in special packages, producendo 3 rushing touchdowns in 12 corse e lanciando un unico pass, per altro in touchdown. Anche in game chiusi, come quando Denver ha perso di 45 contro Oakland nello Week 7 o è stata battuta nettamente da Kansas City nello Week 10, Orton è rimasto in campo. Il problema è come verrà valutato il futuro di McDaniels: se conteranno soltanto le vittorie, è chiaro che per McDaniels un utilizzo di Tebow oltre che in special packages non soltanto, come detto, non ha senso, ma sarebbe anche rischioso. Se invece la franchigia si preoccuperà maggiormente del business, soprattutto ora che la stagione è andata, allora McDaniels potrebbe vedere Tebow come valvola di salvezza del suo posto. Anche se poi ci sarebbe la questione della stagione 2011 e del contratto prolungato ad Orton fino a quella data...




Whitehurst...rating

Con il ritorno a buoni livelli di Matt Hasselbeck, la situazione a QB per Seattle sta chiarificandosi in vista della stagione 2011. Whitehurst, considerato come quarterback del futuro e forse anche del presente, non ha aiutato le sue quotazioni dopo i passes contro New York Giants e Cardinals nelle ultime week. Se Hasselbeck continua a giocare bene, Seattle potrebbe non veder tornare Whitehurst nel 2011. Chiaramente c'è il problema contrattuale: Hasselbeck è firmato soltanto fino al termine della stagione 2010 ed i Seahawks dovrebbero cercare un prolungamento di contratto per tenerlo, anche se
Hasselbeck ha 35 anni ed ha saltato 10 games nelle ultime 2 stagioni e mezzo a causa di infortuni. Indipententemente da quello che faranno con Hasselbeck, i Seahawks potrebbero cercare il quarterback Jake Locker nel prossimo draft. Oppure potrebbero cercare un altro starter via trade. Tutte queste decisioni da parte dell'head coach Pete Carroll e del general manager John Schneider potrebbero terminare la permanenza di Whitehurst a Seattle: Whitehurst era stato firmato con la possibilità di farne prima o poi uno starter ed il giocatore ha confermato di avere il braccio per esserlo, ma problemi di precisione hanno fatto anche capire come ci sia del lavoro da fare. Vorranno farlo a Seattle?